Elezioni 8 e 9 giugno- Stati Uniti d’Europa, Renzi fa ballare la politica. Obiettivo Draghi. In campo con Paita e Librandi nel Nord Ovest, passando per Varese

23 Maggio 2024
Lettura 4 min

di Stefania Piazzo – E’ impensabile, guardandosi attorno, pensare che la provincia di Varese, così come tutto il Nord Ovest, possa anche solo immaginare un nordexit dall’Europa. Qui si fattura, si lavora, si fa ricerca, Pil, si studia per governarla, per guidarla l’Europa. Non per abbandonarla.

UN RISORGIMENTO INCOMPIUTO

Nella terra che ha visto nascere la Lega bossiana, 30 anni fa, con i manifesti “Lombardia, Europa da sempre”, o “Più lontani da Roma, più vicini all’Europa”, resta in filigrana quell’idea che aveva a cuore Carlo Cattaneo, quella degli Stati Uniti d’Europa. Matteo Renzi ha scommesso tutto nella ricostruzione, non nella demolizione dell’Europa. In effetti, è un Risorgimento ancora incompiuto.

MARIO DRAGHI CANDIDATO NATURALE

Non pone nomi sul simbolo elettorale, Renzi, sceglie la strada, politica e non populista, di indicare il nome di un progetto, e non quello di qualcuno, Stati Uniti d’Europa, appunto. Imbocca il senso di marcia naturale, obbligato. Sa che ogni voto in più è per Mario Draghi, candidato alla presidenza della Commissione Europea. La sostanza politica della campagna elettorale di Italia Viva e dei suoi uomini e donne è tutta qui. Il boccino è nelle mani dell’uomo più politico del Parlamento. Lo è stato per la caduta del governo Conte, lo è ora per contare in una sfida ai massimi livelli.

LIBRANDI, PAITA, RENZI E GADDA. VARESE NON E’ UNA PERIFERIA

Intanto, fronte lago, a Calcinate, vicino a Varese, Italia Viva e i compagni di cordata si ritrovano per la campagna elettorale per le europee dell’8 e 9 giugno. La sala del ristorante del Volo a Vela è affollatissima. Tutti aspettano l’arrivo dei candidati. C’è Gianfranco Librandi, imprenditore pragmatico di Saronno, e già parlamentare (amante degli animali, che ha iniziato ad ascoltare le associazioni e ben conosce il lavoro del Centro cani guida del Lions di Limbiate, ndr). C’è la coordinatrice nazionale di Italia Viva, la senatrice Raffaella Paita. Arrivano con l’on. Maria Chiara Gadda, che è di casa. Politica intuitiva, vicepresidente dei deputati a Montecitorio e della Commissione agricoltura, operativa h24 come la protezione civile, è tenacemente attenta al suo territorio. Acuta osservatrice dei problemi del Nord, e del resto del Paese, è stata una delle poche a battere strada per strada i Comuni devastati dal downburst del luglio 2023, così come le campagne allagate dell’Emilia Romagna, a fare politica per rendere protagonista il terzo settore, a fischiare il cartellino rosso ad ogni svarione del governo o della sinistra su tasse e welfare, agricoltura.

Arrivano così in sala a spiegare perché questo voto non possa essere ideologico. Hanno incontrato in giornata con Renzi a Milano, Mantova e Cremona “i mondi che danno risposte ai cittadini”, introduce Gadda, ponendo subito l’accento sul ruolo dell’impresa e della politica, che non deve ostacolare chi lavora. “Siamo gli unici ad avere un progetto politico, gli Stati Uniti d’Europa”, spiega, “mentre gli altri fanno sondaggi sulla politica nazionale”. Interessa “un’Europa che faccia programmazione strategica”.

“In Europa bisogna mandare le persone che ci vogliono andare, e non quelle che fanno da acchiappa voti ma che sanno che non ci andranno mai a Strasburgo”, è il succo del discorso.

LIBRANDI: NON VOGLIAMO DIVENTARE UNGHERESI

“Noi siamo quelli – rivendica Librandi – che hanno portato Draghi a Palazzo Chigi – (perché i voti non solo si contano, ma si pesano ndr). Oggi siamo passati invece da un governo che aveva portato il Pil al 4,4% ad un governo che vuole tornare al redditometro e che ci toglie 4 anni di crediti d’imposta, e avanti così… Non sanno far crescere l’economia e fanno cassa prendendo i soldi da noi, da noi della provincia di Varese, da chi lavora sodo. Non possiamo essere la cassaforte di chi è incapace di far girare l’economia”. Stati Uniti d’Europa si pone agli antipodi dei sovranisti. “Noi non vogliamo diventare ungheresi”, esclama Librandi.

UFFICI DELLA PROVINCIA DI VARESE A BRUXELLES

“Vogliamo aprire gli uffici della provincia di Varese a Bruxelles, per avere sul nostro territorio la certezza dei fondi europei. E nei miei progetti c’è quello di portare fondi già individuati a sostegno dei cargiver, che non sono pagati da nessuno ma che svolgono un ruolo fondamentale in 7 milioni di famiglie italiane. Lo faremo per sostenere il lavoro, sulla scia di quanto già fatto con l’on. Gadda, con la legge per poter lavorare meno ore la settimana e fare la condivisione degli utili per trattenere i nostri giovani!”, ricorda Librandi.

PAITA: I GIOVANI NASCONO EUROPEI E CRESCONO IN EUROPA, QUESTO E’ IL LORO VOTO

“Preoccupa il distacco dalla politica soprattutto da parte dei giovani ma sono certa che questo voto li coinvolga, perché i giovani, rispetto all’Europa, sono europei per lo studio, per il lavoro, per le relazioni”, ci risponde l’on. Paita sul rischio astensione. “L’Europa è nelle loro mani, è il loro destino, e noi possiamo solo creare le condizioni perché ci sia un Continente che sia lo specchio delle loro ambizioni, della necessità di essere europei dentro l’Europa e non fuori dai giochi”.

“D’altra parte quasi tutte le scelte e le decisioni arrivano da Bruxelles. Agricoltura, welfare, sanità, energia. Pensiamo per la salute cosa potrebbe significare prendere quei miliardi che sono a disposizione sul Mes sanitario per affrontare le difficoltà quotidiane o solo le liste d’attesa. Sono temi che hanno una ricaduta concreta sulla vita delle persone, e sono decisioni che arrivano dall’Europa. Lì serve una classe politica autorevole – incalza l’on. Paita – ma soprattutto che abbia voglia di andarci, a differenza di Schlein, Tajani, Meloni o Calenda che si candidano per poi non andare in Europa”.

QUELLO CHE CHIEDE IL NORDOVEST

“La richiesta più forte che viene dal Nordovest è avere una fiscalità armonizzata in ambito europeo – continua la coordinatrice nazionale di Italia Viva -, perché gli altri Paesi non ci facciano concorrenza sleale e perché ci sia una azione di sburocratizzazione che aiuti le nostre aziende costrette a passare più tempo a fare scartoffie che non ad occuparsi di problemi reali di crescita. Noi daremo una mano su questo con un piano forte, shock, per velocizzare ogni intervento e per rendere le regole uguali per tutti, per fare opere infrastrutturali che da queste parti servono molto. Per sostenere l’economia che merita di essere sostenuta e il più possibile sviluppata in questa parte d’Italia”.

I NUMERI CHE DANNO RAGIONE A PAITA

Nel 2024 il Pil lombardo è previsto cresca del +1%, quando solo tre mesi fa le attese si fermavano al +0,6%. Alla fine di quest’anno, con un Pil di oltre 483 miliardi di euro, la Lombardia allungherebbe così il passo al di sopra dei livelli pre-Covid del +6,7%. Sono queste le principali prove del Booklet economia realizzato di recente dal Centro Studi di Assolombarda, pubblicato su Genio&Impresa.

L’analisi rileva come l’espansione regionale si mantenga al di sopra del ritmo già veloce dell’Italia che, con una previsione per il 2024 del +0,7% (scenario Prometeia), è attesa portarsi entro fine anno al + 4,2% rispetto al 2019. “L’economia lombarda, rispetto al Pre-Covid, cresce piu’ di tutti i benchmark europei: a fine 2024 la stima è +0,8% per Baden-Wurttemberg, +2,4 % per Bayern, +4,8% per Catalogna, quando il nostro territorio aumenta del 6,7%, con quasi 84 miliardi di euro in più prodotti nel quinquennio” commentava così il report Alessandro Spada, presidente di Assolombarda.

Per iniziare a costruire gli Stati Uniti d’Europa, comunque, si passa sempre dalle regioni che all’Europa danno un senso. Italia Viva lo ha capito.

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Direttrice: Stefania Piazzo
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