In una intervista alla rivista Formiche.net, l’ex ministro dell’Economia Vincenzo Visco espone tutte le criticità sul cammino della coraggiosa premier che devo portare il Paese fuori dalla tempesta perfetta.
“Mi sembra che la cosa più rilevante che sia emersa dal suo discorso è che non ci siano soldi a sufficienza per fare tutto quello che si è detto e annunciato. Su questo, può sembrare una battuta ma non lo è, sono d’accordo con la premier”.
Mettendo un po’ di realismo sul tavolo, secondo Visco !La flat tax si può fare, ma solo se si considera la parte relativa alla fascia di reddito tra i 65 e i 100 mila euro. Se lo vogliono fare i soldi li possono anche trovare. Ma se proprio lo vuole sapere io considero l’estensione della tassa piatta a 100 mila euro una cosa ignobile”.
Quanto alla tregua fiscale, secondo Visco si tratta di un condono. “Meloni lo ha detto con prudenza ma lo ha detto”. Sul taglio del cuneo fiscale, secondo Visco “Detassare il lavoro va bene ma se lo si vuol fare bisogna riequilibrare da un’altra parte, altrimenti il gioco non riesce. E poi, questa idea del cuneo ce l’ho avuta io 20 anni fa”.
Spiega Visco: “Con l’Irap, quando ero ministro, fiscalizzammo i contributi sanitari ed eliminammo altre imposte. L’Irap aveva un’aliquota intorno al 25%, tassammo tutti e riducemmo il costo del lavoro. Questo per dire cosa, che ridurre le tasse va bene, ma non lo si può fare in deficit, si aumenta da una parte per ridurre da un’altra. Altrimenti bisogna ridurre le spese, allora è un’altra storia”.
Basta con le tasse, parliamo della politica industriale. Nelle parole di Meloni è emerso un chiaro ritorno dello Stato baricentro dell’economia e, forse, anche della finanza. Condivide questa sensazione?
“Approccio ragionevole e moderno” è il ritorno dello Stato baricentro dell’economia”. Alla domanda” La rete unica finirà con ogni probabilità sotto il cappello dello Stato ma Fratelli d’Italia non ha mai fatto mistero di sognare una rinazionalizzazione della società, a mezzo Opa (di Cdp, ndr) e a 25 anni e passa dalla privatizzazione. Stride coi tempi che corrono?, ecco la replica di Visco.
“L’idea è proprio quella, una rete pubblica frutto della fusione tra gli asset statali (Open Fiber, ndr) con quelli dell’ex monopolista che oggi sono complessivamente privati. E questa è una cosa che si può anche fare. Ma rinazionalizzare Telecom è un altro paio di maniche, perché vuol dire tornare indietro nel tempo. Ma lei lo sa quanto ci sono costate le grandi aziende pubbliche?”.