Caso LFM “Scoperchiato pentolone assurdo”. L’ordinanza del Gip

19 Luglio 2020
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Intanto resta in carcere Luca Sostegni, presunto prestanome fermato mercoledi’ nella vicenda della compravendita a prezzo gonfiato di un immobile a Cormano, nel Milanese, per la Lombardia Film Commission, partecipata della Regione. Lo ha deciso il gip di Milano Giulio Fanales che ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare come richiesto dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi. Sostegni è accusato di peculato, estorsione e l’inchiesta vede indagati anche 3 commercialisti vicini alla Lega.

L’Ansa ripercorre i fatti nell’ordinanza del gip. Il 9 giugno Luca Sostegni, presunto prestanome nel caso Lombardia Film Commission, “spiegava telefonicamente” a Michele Scillieri, suo ‘dominus’, “come non comprendesse la ragione per la quale” Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, commercialisti vicini alla Lega, “preferissero, per risparmiare ‘pochi soldi’, fare ‘scoperchiare il pentolone, che può fargli danni assurdi’”. Lo scrive il gip Fanales nell’ordinanza a carico di Sostegni accusato anche di estorsione perche’ avrebbe ottenuto soldi in cambio del suo silenzio. Da ieri ha iniziato a collaborare coi pm. 

L’8 giugno, si legge nell’ordinanza, Sostegni confidava a tale “Floris Piergiorgio che, a fronte degli inutili tentativi di contatto con ‘questi tizi'”, ossia Di Rubba, Manzoni e Scillieri, “sarebbe passato alle usuali minacce, in quanto consapevole che costoro si sarebbero mossi soltanto se minacciati”. Il 9 giugno il presunto prestanome incontrò anche Scillieri di persona per dirgli che Di Rubba e Manzoni “non gli stavano lasciando altra scelta se non quella di presentare istanza di fallimento (era liquidatore di diverse società, ndr) e sporgere denuncia”.

E così si sarebbe arrivati ad “una serie di accertamenti a catena, con ricostruzione dei movimenti finanziari ‘di ritorno'” con “sicuro pregiudizio per tutti gli interlocutori, Scillieri compreso”. Gli aveva anche ribadito “l’esiguità della somma richiesta, a fronte del notevole rischio pendente” sugli altri. Di Rubba, comunque, scrive il gip, cercava di “evitare contatti diretti” con Sostegni. Il 12 giugno, poi, Sostegni parlando sempre con Scillieri gli diceva che avrebbe abbandonato “presto il territorio nazionale, senza riferire a terzi (le autorità pubbliche e i giornali) informazioni sul loro operato, purché ricevesse quanto dovutogli”.

E ancora il 20 giungo, si legge, Sostegni incontrò Scillieri e tale “Davide Colomba” per concordare il modo con cui doveva ricevere i soldi: “salvo il pagamento immediato” di 5mila euro (gli vennero trovati addosso quando fu fermato mercoledì scorso) “il residuo sarebbe stato versato, a mezzo del circuito Western Union, avvalendosi di terzi compiacenti, dopo la partenza del Sostegni alla volta del Brasile”. 

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