DOCUMENTO ESCLUSIVO – Dai pipistrelli nuovo virus asiatico della rabbia. Zitto zitto ministero Salute allerta Regioni e Veterinaria

19 Luglio 2020
Lettura 3 min

di Stefania Piazzo – La cronaca passata in silenzio è il caso di un gatto che ad Arezzo ha morso la proprietaria. Siamo a fine giugno. Il 28 giugno il sindaco aretino Alessandro Ghinelli firma due ordinanze contingibili e urgenti in via cautelativa a tutela della salute pubblica dopo che l’Istituto zooprofilattio delle Tre Venezie conferma il caso del felino domestico che dopo aver morso la sua proprietaria, è risultato affetto da lyssavirus, virus appartenente a un ceppo tipico dei pipistrelli diverso da quello della rabbia classica. Mai vista una cosa simile prima.

A parte il porre sotto sequestro e in isolamento gli animali della proprietaria del gatto, il sindaco ordina che fino al 27 agosto compreso, i cani, anche se muniti di museruola, non possano circolare se non condotti al guinzaglio; i cani accalappiati rinvenuti vaganti non siano restituiti ai possessori se non abbiano subito favorevolmente il periodo di osservazione di 6 mesi.

Insomma, è allarme rosso. Ne avete sentito parlare? O poco o per nulla. Ma andiamo avanti.

Sul sito dell’Izs veneto viene confermata la notizia, dall’analisi del cervello del gatto morto dopo il morso, è stato  isolato un Lyssavirus .

Il virus isolato appartiene a Lyssavirus tipici dei pipistrelli ed è diverso dal virus della rabbia classica. Prima di questo caso, questo specifico Lyssavirus era stato rinvenuto una sola volta, a livello mondiale, in un pipistrello del Caucaso nel 2002, senza che ne fosse mai stata confermata la capacità di infettare animali domestici o l’uomo”, conferma l’Istituto.

Siamo ad un cambio epocale! E’ arrivato un nuovo virus della rabbia. Arriva da Est. “La rabbia classica è generalmente trasmessa dai carnivori domestici e selvatici e gli ultimi casi erano stati segnalati in Italia nella volpe rossa, dal 2008 al 2011. L’Italia è ufficialmente indenne dal 2013″. Lo era.

Attualmente, non ci sono evidenze di trasmissione da animale a uomo. A titolo precauzionale, le persone che sono state a contatto con il gatto risultato positivo all’infezione sono state sottoposte a profilassi post-esposizione”.

Già immaginare come il virus sia potuto passare dal pipistrello del Caucaso al gatto domestico è arduo anche solo immaginarlo. Ma d’altra parte chi immaginava il salto di specie che ci ha portato alla pandemia mondiale?

Il 15 luglio, mercoledì scorso, la giunta veneta fa un ulteriore passo e invia alle Ulls del territorio e alla Direzione Regionale Agroambiente Programmazione e Gestione Ittica Faunistico Venatoria regionale una nota del 3 luglio del ministero della Salute che la nuova padania pubblica in esclusiva.

Vi si legge che il ministero ha istituito una task force. Ecco il passaggio:

“La novità e la complessità del caso ha determinato l’istituzione, presso l’Ufficio di gabinetto di questo ministero, in data 28.6 u.s., di un apposito “Gruppo di Lavoro per la gestione e controllo dei Lyssavirus”. Il Gruppo di lavoro, a cui partecipano, oltre le scriventi Direzioni generali, l’ISS, ISPRA, la Regione Toscana e le Autorità sanitarie locali, oltreché, naturalmente gli II.ZZ.SS. del Lazio e Toscana e il Centro di Referenza nazionale per la rabbia dell’I.Z.S delle Venezie ha ritenuto di emanare alcune indicazioni in merito alle misure di massima cautela che devono essere adottate nel caso specifico, ma soprattutto evidenziare il possibile rischio per coloro che a qualsiasi titolo possono entrare in contatto con i chirotteri, almeno fino a quando non sarà chiaro il ruolo epidemiologico svolto dai pipistrelli”.

Ci mancava pure la nuova rabbia, un nuovo virus, una nuova task force.

Nessun allarmismo però intanto ci lavorano su per capire se vi siano nuclei di diffusione e si fissano già i parametri dei potenziali casi sospetti.

Ecco qui. Caso Sospetto per tutte le specie di mammiferi domestici
“Ogni mammifero domestico che presenti i seguenti sintomi, oppure venuto a morte dopo averli presentati: aggressività insolita/alterazioni del comportamento, alterazione della fonesi, aumento della salivazione, difficoltà respiratoria e della deglutizione, tremori generalizzati, incoordinazione motoria inclusa paralisi flaccida”.
E altri casi in mammiferi, selvatici e si danno già linee guida ai veterinari perché adottino precauzioni e indossino se necessario dpi.

“Tuttavia, considerato che le indagini incorso non sono ancora concluse si ribadisce in via precauzionale il suggerimento di tenere cani e gatti sotto controllo quando permangono all’esterno delle abitazioni.
È richiesto a tutti i medici veterinari libero professionisti di segnalare ogni sintomatologia riferibile alla definizione di caso sospetto al Servizio veterinario della ASL competente per territorio in qualunque specie di mammifero.
Si raccomanda al medico veterinario di raccogliere un’anamnesi accurata, indagando anche il livello di supervisione dell’animale da parte dei proprietari, ed investigando se l’animale abbia graffiato o morsicato persone e/o altri animali nelle due settimane precedenti ed eventualmente
valutare la soppressione dei soggetti che non dimostrino alcun recupero clinico nell’arco di tre giorni”.

Il ministero “raccomanda in particolare la manipolazione con DPI tali da proteggere da graffi e morsicature e, in qualunque caso (compresa la gestione di soggetti in sedazione), l’utilizzo di doppio guanto in lattice o nitrile e di visiera o occhiali a protezione delle mucose congiuntivali dai fluidi organici”.

La nota è firmata dai direttori generali del Mistero Silvio Borrello e Giovanni Rezza.

Ecco il documento del ministero della Salute e la nota della giunta veneta diffusa alle autorità sanitarie territoriali.

Ulterio info su https://www.izsvenezie.it/caso-lyssavirus-gatto-comune-arezzo/

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