Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, e’ intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’e’ desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus. Sulla divisione in aree di rischio. “Dal punto di vista del funzionamento, se intendiamo quanto ha ridotto la circolazione del virus e l’impatto su ospedali e terapie intensive, il sistema delle Regioni a colori ha funzionato- ha affermato Cartabellotta- Il problema e’ che queste riduzioni sono avvenute in un periodo molto lungo, in quasi tre mesi di stop&go. Dovendo ragionare col senno di poi, ma anche con le proposte da noi fatte, il vero problema non e’ l’intensita’ delle misure, ma la tempestivita’ con cui vengono attuate. Le misure devono essere il piu’ tempestive possibile, perche’ quando il virus comincia a circolare di piu’ i casi raddoppiano nel giro di poco tempo. La tempestivita’ in questo momento e’ piu’ importante del rigore delle misure. Un indicatore molto sensibile e’ la variazione percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente. Appena si vede un’accelerazione su questo fronte, visto che le varianti nel giro di poco tempo incrementano i casi, bisogna chiudere subito per evitare che da un comune il contagio si sposti alla regione e poi fuori regione. L’indice rt e’ una stima, che rappresenta alcuni limiti e risente molto della tempestivita’ e la completezza dei dati che vengono forniti dalle Regioni. Se c’e’ un ritardo medio di 10 giorni, in quei 10 giorni i casi possono aumentare anche del 60%. In questo momento quel sistema frenante testato per frenare sull’asciutto, oggi si trova a fare i conti con un pavimento pieno di macchie d’olio”.
Fondazione Gimbe: Sistema a zone funziona solo se tempestivo
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