di Luigi Basso – Febbraio 2020. Quello che i commentatori italici raccontavano sottovoce da settimane, ovvero la nascita della stellina Giorgia nel firmamento nazionalista italico, veniva stato certificato da una intervista di Salvini al New York Times già più di un anno fa. Facciamo un ripasso.
Il bravo Jason Horowitz era riuscito a comunicarci tutto il senso di declino e tramonto che emanava già allora ormai la figura dell’ex vice premier, incapace di uscire dalla veste forse sudamericana, sicuramente non degna di un politico che ambisce a diventare Premier, del Capitano alla Masaniello col rosario anti immigrati e la felpa della pula sempre a portata di flash.
Passare dal ruolo di arruffapopoli, a quello di Premier che solca sicuro i tappeti delle Cancellerie del mondo, del resto, era un compito che i Grandi Burattinai neppure pensavano per Salvini, pescato tra una birra e un canto contro i napoletani dal pratone di Pontida solo per il compito di annichilire il Nord, piuttosto che per raggiungere sogni di gloria personale.
Dicevo che Horowitz ci comunicava bene quel clima da bunker di Berlino nel 1945 che circonda Salvini, quando ci riferiva che l’intervistato parlava solo di immigrati e dei processi conseguenti, non rendendosi evidentemente conto della differenza che passa tra una intervista al New York Times e una alla Gazzetta della Casalinga di Voghera.
Della fine della sua carriera ce ne faremo una ragione con una risata.
Ed ecco, ora, la stellina Giorgia, romana de Roma, rifare la stessa strada in passato riservata al Capitano.
Orban, Pompeo, etc. etc.
Dalla sua, un indubbio vantaggio: dopo gli eccessi clamorosi di Salvini, dal Papeete ai citofoni, la stellina Giorgia sembrerà una via di mezzo tra Margaret Thatcher e Angela Merkel.
Il vantaggio di aver avuto il testimone da uno come il Capitano, si dirà.
Certo che pensando ai tempi di Andreotti, vien da dire che Roma è una capitale in cerca di d’autore.
Io sono Giorgia, e faccio le scarpe al Capitano
Ultime notizie su Politica
Arriva Forza Nord, a Milano domenica 28 la presentazione del progetto. Attesi Tosi, Senna, Bastoni, Reguzzoni, Cota, Bona, Iwobj…
di Roberto Gremmo – Grande affollamento dalle Alpi al Po, adesso nasce anche “Forza Nord”. Si tratta di un gruppo di sinceri autonomisti e federalisti di lunga data che operano all’interno di
Ponte Stretto, le integrazioni richieste salgono a 239. Il ministero dell’Ambiente “smonta” il progetto di Salvini
La Commissione tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale -Via e Vas presenta una richiesta di integrazioni documentali e istruttorie alla società Stretto di Messina Spa, per il progetto del Ponte che dovrà collegare
Gimbe, sanità pubblica non è la priorità del Governo
“Il Def 2024 conferma che, in linea con quanto accaduto negli ultimi 15 anni, la sanità pubblica non rappresenta affatto una priorità neppure per l’attuale Governo. In tal senso, la comunicazione pubblica
Salvini minimizza le critiche di Bossi poi pensa a lanciare il suo libro
“A Bossi visto che ha costruito tutto, tutto è permesso”. Lo ha detto il segretario della Lega , Matteo Salvini, a margine della festa di piazza a Varese per i 40 anni della Lega Lombarda, rispondendo
Bossi parla e si fa portavoce del malessere del popolo. In fila per salutare il Senatur che dice: “Alla Lega serve un nuovo leader”. Castelli, Grimoldi, Leoni, Bernardelli e Reguzzoni le voci del dissenso a Gemonio
di Stefania Piazzo – Da giorni il passaparola era all’ordine del giorno. Una chiamata ad esserci, alle 15 del pomeriggio di sabato 13 aprile in piazzetta a Gemonio, per quel senso comune