Regione Lombardia, causa Covid mancano 320 milioni. Fontana taglia i buoni pasto ai dipendenti in smart working?

2 Luglio 2020
Lettura 2 min

di Benedetta Baiocchi – Cosa c’entrano i buoni pasto da tagliare con l’autonomia e il residuo fiscale dei lombardi e i 320 milioni di buco di entrate causa Covid? Poi lo vediamo…

Settimane a casa, anzi, mesi. Lavoro a distanza, tutt’altro che semplice e naturale. Mentre fuori girava sopra le nostre teste l’angelo della morte, per evitare il contagio da coronavirus centinaia di dipendenti di Regione Lombardia hanno lavorato da casa.

E’ stata una scelta obbligata, che ha coinvolto enti pubblici e privati. Ma ecco l’amara sorpresa che si aggira tra le voci di corridoio. E cioè la possibilità che la Regione non eroghi i buoni pasto ai dipendenti per il periodo di smart working. Sarà così? Una scelta che altre istituzioni non hanno toccato, considerando il momento difficile di molte famiglie, e della quarantena che non è stata per tutti una passeggiata. Diciamo pure che i buoni sono almeno un ristoro morale, un grazie a chi da casa non ha lavorato meno, ma ha subito come tanti lo stress della prestazione con limiti orari che non chiedevano sconti.

Pare però che la Lombardia voglia seguire una strada diversa. Sembrerebbe che i sindacati interni abbiano aperto un tavolo di confronto con i vertici regionali, per conservare il diritto dei buoni pasto sia ai dipendenti di ruolo che a tempo determinato, entrambe in smartworking emergenziale (quindi obbligatorio/forzato). Se così non fosse, beh allora ci hanno informati male. Meglio se tutto resta com’è.

Sul tavolo ci sarebbe anche un rimborso forfettario per le spese di corrente di casa dovute all’utilizzo del notebook di servizio ed un rimborso per l’utilizzo della stampante (quindi toner o cartucce). Ma chissà appunto se sono solo chiacchiere di corridoio.

Il contratto integrativo decentrato lascia all’ente pubblico autonomia in questa materia. “Fai tu”, gli dice. Pertanto accordandosi a livello interno, in questo caso la Regione, deve trovare l’accordo attraverso i rappresentanti sindacali.

Ma non è che per risparmiare per le spese sul Covid, la Regione ha pensato di tagliare i buoni pasto? Ma proprio da lì vorrebbe iniziare?

Nei giorni scorsi il governatore aveva fatto sapere che “Se non ci sarà una compartecipazione da parte dello Stato, non saremo in grado di rispettare gli impegni presi con il bilancio”. Mancano 320 milioni di entrate.

Il rinvio della tassa auto vuol dire il 27 per cento in meno (un miliardo di euro).

Poi ci sarebbe il 21 per cento in meno relativo all’addizionale regionale Irpef che non riguarda la sanità. Il 43 per cento in meno di Irap, (non legata alla sanità) e il 9 per cento dalle riscossioni dell’Agenzia delle Entrate.

Non vorranno forse partire dai dipendenti e dalle loro famiglie! Non c’è nulla di più corposo su cui tagliare? E magari iniziare a dare il buon esempio? A proposito, il sindaco di Venezia, ha donato i propri emolumenti. Ma la Lombardia è un’altra cosa, forse. A proposito, ma visto che si parla di autonomia, magari con i 56 miliardi di residuo fiscale, soldi dei lombardi, s’intende, si potrebbe evitare di togliere diritti a chi lavora. O no?

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