IL GUINZAGLIO, SEMMAI… – L’area cani? Di “generica utilità” per il sindaco di Cuggiono. “Spazi dove i pet possono muoversi liberamente sono facilmente reperibili ai confini”. Ma davvero un cane libero non crea problemi perché è “ai confini”?

3 Aprile 2024
Lettura 5 min

di Stefania Piazzo – Mi sono imbattuta in una lettera come quella con cui il sindaco di Cuggiono replica ad una richiesta per la creazione di un’area cani sul territorio comunale, richiesta avanzata dal movimento locale di Grande Nord.

Ritiene l’area cani di “generica utilità”, il primo cittadino, e invita piuttosto ad andare “liberamente”, con i propri pet in zone extraurbane, bocciando la richiesta di Grande Nord per creare un’area di sgambamento invece recintata e sicura.

Le aree cani sono quegli spazi recintati in cui i cani possono essere liberi dal guinzaglio, per socializzare, giocare, correre.

Sia chiaro, questo non fa venir meno la responsabilità individuale, civile e penale, del proprietario. Le aree cani non sono un “liberi tutti”. Non ci si siede su quella “maledetta” panchina e si sta tutto il tempo al cellulare mentre il proprio cane zonza nell’area facendo i propri bisogni.

L’area cani è una risorsa ma è anche un luogo dove vigilare. E, nel caso, non entrare se non ci sono le condizioni per una reale e opportuna socializzazione.

Ma, detto questo, se ben fatte, un preingresso di sicurezza, due aree distinte per le diverse tipologie di cani, sono un luogo importante per il tempo libero e socializzare.

Ma cosa dice un merito al guinzaglio e al liberare i cani la legge? L’ordinanza ministeriale del 2009, con successive integrazioni e continuamente prorogata sino ai nostri giorni, con valore di legge, ha un titolo chiaro per tutti, cittadini e sindaci: “Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell’incolumita’ pubblica dall’aggressione dei cani”.

“I cani possono muoversi liberamente” purché in zone esterne alla città, come suggerisce e indica il sindaco, evitando l’onere di realizzare un’area cani?

Al comma 3 dell’articolo 1 l’Ordinanza dispone che “Ai fini della prevenzione di danni o lesioni a persone, animali o cose il proprietario e il detentore di un cane adottano le seguenti misure: a) utilizzare sempre il guinzaglio a una misura non superiore a mt 1,50 durante la conduzione dell’animale nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, fatte salve le aree per cani individuate dai comuni”.

La periferia rurale non è più area urbana, quindi quel vincolo al guinzaglio cade? In campagna “si può”? Un sentiero non è più zona pubblica ma terra di nessuno? Liberi tutti? In una zona che se non è più pubblica è però privata, come un terreno? O no?

Poi si apre una questione non di poco conto. Un diritto non è un dovere. Il “si può” non è un “si deve”, altrimenti è il far west. Che fare, ad esempio, se non ho il controllo del cane, se davanti ad un imprevisto il cane scappa, si perde o procura un danno a terzi, provoca un incidente vagando da solo?

Quel lasciare andare liberamente il cane si può trasformare in omessa custodia o no? Pensiamoci su bene prima di sganciare il guinzaglio dalla pettorina o dal collare, anche se lo dice il sindaco, fuori dalle mura urbane. Sentito mai parlare di fauna che si può incontrare? Di cani da guardiania nelle vicinanze? Di zone promiscue che sconfinano in riserve (o di caccia o di ripopolamento)?

E’ la stessa ordinanza a ricordare, articolo 1, comma 1: “Il proprietario di un cane è sempre responsabile del benessere, del controllo e della conduzione dell’animale e risponde, sia civilmente che penalmente, dei danni o lesioni a persone, animali o cose provocati dall’animale stesso”. Magari l’amministrazione lo ricordi ai proprietari.

Ti sei preso la libertà di togliere il guinzaglio in un’area di confine? Se succede qualcosa ne paghi le conseguenze. “Ma la legge mi dice che posso, anzi, lo ricorda anche il sindaco”, si può ribattere. Eh certo, ma tra la teoria e la pratica ci sta la competenza, o l’incompetenza, di certi proprietari che aspettano proprio di liberare il cane all’aperto perché incapaci di gestirlo al guinzaglio. “Almeno di sfoga un po’”, si pensa. Certo, e poi quando il tuo pet incrocia un altro cane, che fai? Scappi? Lo leghi, se fai in tempo?

Forse, magari, trovarsi in campagna, fuori dal perimetro urbano, davanti ad un cane di indole aggressiva, libero, senza guinzaglio, perché tanto la legge me lo consente, perché “liberamente” lo posso fare, non è un problema di poco conto. Anzi. Ne sanno qualcosa gli studi legali, le assicurazioni.

Non diamo per scontato che fuori dal centro urbano o dalle aree stabilite dagli enti locali, o nei locali pubblici, non ci possano essere le medesime dinamiche di competizione, di aggressività intraspecifica che si manifestano in aree urbane. I cani sono sempre gli stessi, i proprietari idem. Quel “liberamente” è un liberamente si rischia. A volte si socializza. Ma non è così scontato. A volte più che una passeggiata, ci si imbatte in un far west extraurbano. E’ quello che vogliamo? Non credo.

Insomma, nel leggere quell’inciso del primo cittadino che scrive, letteralmente, “non siamo in una grande città”… viene da chiedere: ma a quei proprietari è stata mai chiesta un po’ di competenza? E il Comune, per quanto poco possa servire, ha già proposto percorsi di formazione attraverso quell’ordinanza che ha istituito il patentino?

Non è una patente di competenza, chi consegue il patentino non sarà magari chi conduce tutti i giorni il cane in passeggiata, ma finché non si fissano dei principi, e non si instilla nella testa di un cittadino il dubbio (“sarò capace di…”, o “quel cane fa per me…?”), e si dà l’idea che il guinzaglio sia qualcosa di facoltativo, purché lontano dagli occhi, ecco… forse manca un pezzo di qualcosa.

Il guinzaglio è l’unica certezza, e la sola regola che, spesso, può evitarci dispiaceri, perché i cani non scorrazzano sempre gai e lieti senza problemi. Che poi, quando si scorre la cronaca fatta da aggressioni, scopri che non avere il cane al guinzaglio ma liberamente al nostro seguito, porta a tanti di quei dispiaceri, protocollati in Tribunale…

Ps: lo sanno i sindaci che esiste, gratis, il “patentino junior” realizzato da Fnovi per le scuole primarie? Prima si impara, meglio è (https://www.nellesuezampe.com/).

Ed ecco, non poteva mancare, la replica degli esponenti di Grande Nord di Cuggiono.

Una premessa. Una quadra, se si vuole, la si trova nella gestione dell’area. Basterebbe copiare quello che hanno già realizzato altri Comuni. Ad un problema o ad un’osservazione, la cosa migliore è sempre proporre una soluzione. Buon lavoro!

“In merito alla interrogazione su creazione di un’area per sgambamento cani, in via Varese a Cuggiono, di seguito alleghiamo la risposta del Sindaco, a nostro avviso con diverse contraddizioni, in particolare:
si contesta l’utilità della stessa perché esistono a Cuggiono aree verdi periferiche utili allo scopo, noi obiettiamo che le condizioni sono diverse, in esse i nostri animali (con museruola e guinzaglio) non possono correre e giocare liberamente con i propri simili. Come mai allora nei paesi limitrofi (Mesero, Inveruno, Marcallo ecc.) con le stesse caratteristiche di Cuggiono, sono presenti aree di sgambamento per i cani?.
Ancora, ci sembra davvero inopportuno ritenere che debbano necessariamente occuparsi della ordinaria manutenzione dell’area cani (spazio comunale) i fruitori possibilmente riuniti in associazione.
Stucchevole infine considerare assolutamente necessario un confronto con i residenti, cosa peraltro sempre auspicabile, per uno spazio di 600 mq, quando l’attuale Amministrazione comunale ha dato il via libera ad un cambio di destinazione (da agricolo a industriale) per un’area di quasi 46.000 mq, senza nessun confronto con la cittadinanza: una bella differenza!”. (Grande Nord Altomilanese)

credit foto matt-nelson-aI3EBLvcyu4-unsplash

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