La lettera: centri estetici no, parrucchieri sì. Guerra tra poveri

14 Novembre 2020
Lettura 2 min

Ciao Stefania. Probabilmente mail come la mia ne riceverai un centinaio al giorno, non voglio tediarti con i non ne posso più, sono disperato, questa vita non merita di essere vissuta ecc ecc poiché sono certo che veramente esistano persone disperate che meritano rispetto e ove possibile anche il nostro aiuto, ma avrei alcune domande da porti: cortesemente mi potresti spiegare per quale assurdo motivo il governo anzi no conte ( ho volutamente omesso le maiuscole) ha deciso di chiudere i Centri Estetici, non sono forse servizi alla persona come i parrucchieri? Forse non sono meritevoli di vivere questa vita? In base a cosa sono stati considerati degli untori maledetti?

Ti prego dammi una spiegazione logica a questa decisione del governo, dammi una motivazione valida per non lasciarmi andare allo sconforto nel vedere 5 anni di sacrifici e duro lavoro delle figlie svanire nel nulla. Non possono accettare imposizioni senza motivazioni valide, non si può. Ora oltre il danno anche la beffa, sì, perché se prima il pensiero delle mie figlie era “inutile essere aperti se poi le clienti non possono venire da te”, ora il prefetto ha sancito che avendo il cliente instaurato un rapporto di fiducia con il negoziante può uscire dal comune per recarsi presso il negozio di fiducia. Ma cosa hanno tutti nella testa, le scimmie urlatrici, con tutto il rispetto per sua eccellenza che applica solo la legge…

Spero tanto in una tua risposta. Ciao, Pier

Caro Pier, oggi il diritto al lavoro non esiste. Esiste solo il cittadino garantito e il cittadino non garantito. E, credimi, tra questi mi ci metto anche io. I cittadini garantiti sono quelli che deciono, oggi, per gli altri, per il bene della collettività. La salute pubblica va salvata, ma con il culo degli altri. E’ inutile che ci giriamo attorno. I ristori sono una presa in giro, i fatturati calano, sappiamo già quante imprese falliranno entro gennaio. Il Covid decide le sue vittime, il governo fa altrettanto, stabilisce quali siano le categorie che devono sacrificarsi. Chi ha fortuna non è dentro la roulette russa.

Vedi, hanno chiuso anche le toelettature per cani. Entrava un cane alla volta, un cliente alla volta. Però non chiudono i tabacchi. Hanno chiuso gli asili per cani, persino le adozioni sono state sospese. Però i supermercati sono aperti, i negozi per cibo per animali pure, ma non capisco la calca della gente irrefrenabilmente spinta ad acquistare cappottini per l’inverno. Centinaia di ingressi al giorno. E le scuole? Paralizzate. Ma aperte, a singhiozzo, per i continui contagi del personale e dei bambini.

I contagi vanno fermati, ma va fermata la corsa al suicidio, alla disperazione, va cambiata una classe politica che elettrizzata dai monopattini, dai banchi a rotelle, propone brioches da mangiare se manca il pane. Governano come se non fossimo in guerra. Non azzerano mutui e debiti come se non fossimo nel pieno della terza guerra mondiale. Non stampano moneta come non fossimo in guerra. Finché si può raschiare il barile e far morire i fanti, stai certo che i generali sulla collina sul cavallo bianco continueranno a non muovere un dito.

Verremo acquistati da chi i soldi ce li ha, cash. Così la mafia, anzi no, la ‘ndrangheta, avrà il controllo del paese da nord a sud. E’ una democrazia apparente, questa, Pier. Un simulacro. E il problema è che quelli che verranno, se verranno, non saranno più bravi di quelli che ci sono adesso. Io che sono all’antica, ti dico che quelli che c’erano prima, ma tanto prima, erano meglio. Almeno pur rubando, non ci portavano alla fame.

Sono certa che continuerai a fare il padre premuroso con le tue figlie, perché i genitori sono il vero ammortizzatore sociale dei figli. Non certo lo Stato, non certo le cassa integrazioni ferme a maggio. Lo spiegava oggi la parrucchiera di mia madre che, nonostante sia aperta, dovrà pensare e ridimensionare l’attività. Ma i suoi dipendenti, ad oggi, sono fermi appunto alla cassa del maggio scorso. E’ strano che non sia ancora scoppiata una rivoluzione. Forse perché siamo così stanchi e consapevoli che tocca a questa generazione succhiarsi una nuova Caporetto. Si muore a rotazione, 100 anni dopo. Con affetto, Stefania, tua compagna rassegnata di scuola

Foto Betty Poli

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