di Benedetta Baiocchi – Sono tutte zone rosse. Sono le nuove zone rosse, o meglio, sono il Paese che fa i conti col lavoro che non c’è più e se c’è, non è più come prima.
Un recente sondaggio realizzato da Quorum/YouTrend per Agi, alla domanda se pesasse di più la paura del contagio o della crisi, per più di sei italiani su dieci (precisamente il 63,2%) risulta quest’ultima a rivelarsi più problematica, mentre l’emergenza sanitaria è stata indicata da poco più di un terzo del campione sondato (34,6%), si legge.
Poi è l’età media la più preoccupata, per tre under 55 su quattro, la crisi è la vera incognita. Se si perde il lavoro adesso, non si arriva alla pensione.
E la situazione sanitaria preoccupa maggiormente nelle regioni più colpite, e cioè in quelle settentrionali e in particolare nel Nord-Ovest, anche se è la parte economica a fare la parte del leone.

Per evitare conflitti sociali per il 41% del campione devono essere ridotte le tasse, per il 34,7% occorre investire in infrastrutture per creare lavoro.
A livello di macroregioni di residenza, infine, sono solo i cittadini del Centro Italia a ritenere che sia meglio puntare sulle politiche del lavoro: la maggioranza relativa degli intervistati chi abitano al Nord e al Mezzogiorno pensano infatti che sia la riduzione delle tasse la via migliore per evitare che aumentino le tensioni sociali, conclude il sondaggio.