La concorrenza fiscale non sono i bonus al Sud o i pensionati in Calabria esentasse. E’ quella svizzera, tra cantoni

17 Agosto 2020
Lettura 2 min

di Benedetta Baiocchi – In un servizio sulla fiscalità cantonale, il portale Tvsvizzera.it mette a nudo vantaggi e svantaggi del sistema elvetico che si basa sulla concorrenza diretta tra cantoni per attrarre investimenti e nuove attività. Pro e contro di un meccanismo che basa sì la sua fortuna sulla capacità di migliorare le prestazioni pubbliche, perché meno tasse vuol dire meno risorse per la spesa pubblica. Ma anche, ed è questo che l’inchiesta pone in risalto, meno disponibilità per la perequazione tra cantoni più poveri e più “ricchi”.

Di certo al primo posto c’è la responsabilità di spesa, concetto che in Italia non viene messo al primo posto nella gestione della cosa pubblica. Si deve perequare, a prescindere, senza che vi sia un meccanismo virtuoso di buona amministrazione del territorio. Ma, per male che vada, gli svizzeri possono rimandare a casa gli amministratori incapaci. In Italia, da decenni, si votano quelli che garantiscono più assistenzialismo senza responsabilità. Di più: in Svizzera ogni cambiamento fiscale può essere sottoposto a referendum. E in Italia?

In Italia vi sono partiti che propongono ai pensionati del Nord di ttasferirsi in Calabria previa detassazione della pensione stessa mentre il governo procede a colpi di detassazioni periodiche per favorire le assunzioni al Sud. Non ultimo, “Vengo al Sud”, il progetto di Invitalia che garantisce contributi generosi a fondo perduto per chi al Sud apre una attività. Ma non si esce dal gap tra Nord e Sud.

La ricetta elvetica come funziona>? E’ lo stato che “regala” sconti o il meccanismo per attrarre imprese è un altro?

Qui il link dell’inchiesta

https://www.tvsvizzera.it/tvs/qui-svizzera/tassazione-delle-imprese_come-nasce-e-dove-porta-la-concorrenza-fiscale-tra-cantoni/45903512?itm_source=parsely-api?utm_campaign=swi-nl&utm_medium=email&utm_source=newsletter&utm_content=o

Si legge nell’inchiesta che “Nel corso degli anni, ancora prima della Riforma fiscale, cantoni come Zugo hanno continuamente ridotto le aliquote dell’imposta sulle società. Oggi, grazie a questa politica fiscale al ribasso, il canton Zugo è la sede di grandi multinazionali che hanno scelto questo cantone per i notevoli vantaggi fiscali ma anche per la vicinanza a Zurigo (20 minuti in treno) e a tutti i servizi che questa città offre. Una su tutte la Glencore, la più grande compagnia al mondo per commercio di materie prime. Zugo è oggi uno dei cantoni più ricchi della Confederazione.

Negli ultimi anni tutti i cantoni hanno partecipato alla corsa verso il ribasso.(…)È quello che il professore di macroeconomia dell’Università di Friburgo Sergio Rossi chiama “gioco al massacro”. (…).

E’ il tallone d’Achille del sistema.

“Con la concorrenza fiscale intercantonale – spiega il professor Sergio Rossi, docente a Frigurbo di macroeconomia – diminuiscono ovviamente le entrate e non sempre vengono compensate dall’arrivo di nuovi contribuenti”.

Insoomma, le tasse scendono, gli incassi pure, ci sono meno risorse per la spesa pubblica,

“Un vantaggio però – ricorda il professor Sergio Rossi – questa concorrenza fiscale l’ha portato. Gli amministratori cantonali e comunali hanno imparato a gestire al meglio le finanze pubbliche: con meno risorse fiscali hanno dovuto ottimizzare la spesa pubblica e renderla più efficace”.

E il servizio sintetizza così: “Questa politica fiscale permette ai cantoni e non da ultimo alla Confederazione di mantenere sul proprio territorio le sedi delle multinazionali. Il che non significa unicamente maggior gettito fiscale per Confederazione e cantoni ma soprattutto molti posti di lavoro qualificati, ricerca e sviluppo all’avanguardia promossi in Svizzera e di conseguenza la costante presenza della Confederazione al top tra le nazioni più competitive al mondo”.

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