Inpgi, appello ai parlamentari per scongiurare dissesto. Ammortizzatori sociali pagati al posto dell’Inps

2 Maggio 2021
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Un appello e’ stato rivolto dal consigliere generale dell’Inpgi e fiduciario regionale Fvg Andrea Bulgarelli all’On. Debora Serracchiani, gia’ presidente della Commissione lavoro pubblico e privato, al presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, e ai parlamentari del Fvg affinche’ si “discuta a livello politico nazionale” della situazione finanziaria dell’ Istituto di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi), “ormai al tracollo finanziario, con un passivo di 242 milioni di euro, una perdita giornaliera di 665 mila euro e una riserva tecnica che non arriva ai due anni”. Situazione che “non garantisce le pensioni presenti e future nonostante i contributi previdenziali regolarmente versati”. L’iniziativa, spiega in una nota Bulgarelli, e’ fatta “a garanzia dei contributi previdenziali regolarmente pagati dai giornalisti, e dell’indipendenza dell’ informazione democratica in Italia”. Ovviamente, “il dissesto non e’ frutto della gestione di questo ultimo anno, ma il punto di arrivo di un percorso di crescente erosione del patrimonio dell’Istituto per 1 miliardo 200 milioni di euro dal 2011 in poi, dovuto soprattutto al pagamento quale sostituto dell’Inps degli ammortizzatori sociali, dei relativi pesantissimi oneri dei contributi previdenziali figurativi e delle prestazioni assistenziali”. Ricordando le varie leggi che normano l’attivita’ dell’Istituto, evidenziando che solo “dal 2009 l’ente riceve 20 milioni di euro per i prepensionamenti e da quest’anno in base alla legge finanziaria n. 178 del 2020 – grazie all’emendamento Sensi, Serracchiani, Viscomi – anche il rimborso delle spese per gli ammortizzatori sociali e per gli incentivi all’occupazione”. Al contrario, “dagli editori non ha incassato per 65 anni, dal 1951 al 2016 i contributi previdenziali nella stessa percentuale che gli editori stessi avrebbero dovuto pagare all’Inps (e’ stato calcolato che gli editori in 65 anni hanno cosi’ potuto risparmiare addirittura circa 1 miliardo di euro)”. Infine, il consigliere segnala che i contributi di “ancora ampie sacche di dipendenti della Pa vengono erroneamente versati all’Inps invece che all’Inpgi”.

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