Un danno da mancate esportazioni di almeno 20 milioni di euro per ogni mese di sospensione del nostro export. E’ la stima dell’Associazione industriali delle carni e dei salumi (Assica) sulle conseguenze economiche per le aziende italiane del settore suinicolo e per l’Italia in seguito al diffondersi della peste suina. Stima confermata dai fatti per Davide Calderone, Direttore di Assica. “Abbiamo fatto questa stima calcolando i paesi che presumibilmente avrebbero chiuso, cosa che si e’ puntualmente verificata – spiega Calderone all’Ansa – abbiamo la Cina, Taiwan, Giappone, Serbia, Vietnam, poi ci sono altri altri paesi piu’ piccoli che al momento non si possono certificare. Poi sta girando la notizia che abbia chiuso anche la Svizzera, ma non e’ vero. Anche perche’ la Svizzera applica di fatto le normative comunitarie in materia di sanita’ animale”. Venti milioni sono tanti, sottolinea Calderone, ma ci sono con questi paesi trattative in corso. Giappone in primis. “Tutta la merce in arrivo in Giappone o in viaggio verso il Giappone che e’ stata confezionata prima di meta’ dicembre sara’ sdoganata. Il Giappone si e’ detto favorevole a trattare con il Governo italiano”.

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