Eccesso di burocrazia, assenza di risorse adeguate e ruolo del commissario straordinario che ha solo potere di coordinamento e deve ancora essere nominato. Non ha dubbi il presidente dei Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, che in un incontro ha definito ‘molto blando” il provvedimento legislativo messo in atto per arginare la peste suina che, tra l’altro, prevede un intervento sul contenimento della popolazione dei cinghiali “che non e’ poi cosi’ incisivo come dovrebbe essere”. “Se l’infezione dovesse arrivare in Lombardia, l’ultimo ritrovamento e’ stato a Serravalle a meno di 40 km dai confini regionali – ha detto il presidente – rischiamo di mettere in ginocchio una delle piu’ importanti area suinicola italiana e tutto il nostro export”. Per gli Agricoltori Italiani, non si puo’ scaricare su Regioni e Comuni liguri e piemontesi il peso di un problema che e’ nazionale e chiede maggiore tempestivita’ e piu’ fondi da stanziare nella fase di conversione in legge del Sostegni Ter, tenuto conto dell’esiguita’ dei 50 milioni di euro gia’ annunciati dal Governo. Il punto dell’Organizzazione sulla questione parte dal progetto “Il Paese che Vogliamo” con la proposta di riforma radicale della Legge 157 del 1992 sulla fauna selvatica. Una normativa troppo datata per riuscire ad affrontare un problema ormai fuori controllo, con +111% di cinghiali in circolazione, oltre 200 milioni di danni all’agricoltura e 469 incidenti, anche mortali negli ultimi quattro anni. Un’emergenza che ha bisogno di risposte puntuali, con la sostituzione del concetto di “protezione” con quello di “gestione”, con il coinvolgimento di personale specializzato e con il rafforzamento dell’autotutela degli agricoltori.

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