Cnel, situazione esplosiva per 12 milioni di lavoratori

9 Gennaio 2021
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Il mercato del lavoro “all’inizio del 2021 presenta piu’ ombre che luci” e “la situazione e’ destinata molto probabilmente ad accentuarsi e diventare ‘esplosiva’ con l’interruzione della cassa integrazione e la fine del blocco dei licenziamenti”. E’ la fotografia allarmante che emerge dal ‘Rapporto sul Mercato del lavoro e la contrattazione 2020’ del Cnel che sara’ presentato martedi’ prossimo nell’ambito di un’assemblea tematica in collegamento telematico presieduta dal presidente Tiziano Treu. Si teme, sottolinea il Cnel, “che una parte degli esuberi verra’ sicuramente ‘assorbita’ dall’economia sommersa non riuscendo a trovare un’occupazione in regola andando ad aumentare la quota gia’ aumentata negli ultimi anni di lavoro nero. La crisi conseguente alla pandemia ha colpito circa 12 milioni di lavoratori tra dipendenti e autonomi, per i quali l’attivita’ lavorativa e’ stata sospesa o ridotta, in seguito al lockdown deciso dal Governo per limitare l’aumento esponenziale dei contagi”. 

“La crisi prodotta dal Covid e dai provvedimenti adottati per contrastare l’emergenza sanitaria – sottolinea Treu – ha alterato in profondita’ il funzionamento del mercato del lavoro come dell’economia, con impatti diversificati per settori, per territori e per gruppi sociali, allargando divergenze e diseguaglianze storiche. Le fratture provocate da questa pandemia seguono linee diverse da quelle presenti in altre crisi, perche’ non sono correlate con gli usuali parametri economici bensi’ alle connotazioni strutturali e organizzative che determinano la maggiore o minore esposizione di ciascuna realta’ al rischio di contagio. Infatti, gli impatti piu’ gravi si sono verificati non nelle attivita’ manifatturiere, ma in settori ad alta intensita’ di relazioni personali come il turismo, la ristorazione, le attivita’ di cura, e i servizi in genere”. La pandemia, aggiunge il presidente del Cnel, “ha messo in evidenza non poche falle nel nostro sistema di protezione sociale, sia negli ammortizzatori (CIG e Naspi) nonostante la riforma del 2015 avesse provveduto a una loro estensione, sia nel piu’ recente reddito di cittadinanza che doveva fornire un aiuto economico ai poveri e, in ipotesi, ad aiutare quelli abili al lavoro a trovare occupazione”. “La esplosione del lavoro digitale a distanza ha modificato i luoghi e il tempo delle attivita’ umane. E’ cresciuta la interdipendenza fra lavoro salute e contesto ambientale. Si e’ resa, per questa via, evidente la necessita’ di integrare fra loro politiche del lavoro, istituti della salute e cambiamenti del contesto socioeconomico. L’importanza di questi nessi sara’ indicata nel nostro rapporto”, prosegue. “L’impatto della pandemia nei vari Paesi, e spesso nei diversi territori, ha mostrato differenze legate principalmente alla capacita’ dei sistemi sanitari di affrontare l’emergenza, la cui efficacia ha contribuito a limitare la durata degli interventi piu’ restrittivi come il lockdown. E’ questa una conferma della necessita’ di mettere in atto politiche e interventi coordinati in due settori storicamente divisi come sanita’ e lavoro. Gli ambiziosi obiettivi di carattere economico indicati dalla transizione digitale e ambientale devono essere accompagnati da misure altrettanto ambiziose per la innovazione sociale e nel modo del lavoro”, dice ancora. “L’urgenza di rafforzare le misure sociali di accompagnamento alle persone nelle transizioni e’ testimoniata dalle ricerche, comprese recenti analisi condotte dal Censis per il Cnel, ove si mostra come le prospettive di ripresa sociale e personale dalle ferite della pandemia siano piu’ complesse dei processi di mera ricostruzione economica e richiedano quindi misure altrettanto complesse di protezione e di promozione umana”, conclude Treu.

Photo by Tom Roberts

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