Se gli psicologi non possono cambiare i cattivi maestri della politica. I preti, invece…

24 Giugno 2023
Lettura 3 min

di Sergio Bianchini – Sul messaggero del 23 Giugno compare un articolo che titola “italiani ansiosi e depressi” e fin qui credo che possiamo essere quasi tutti d’accordo.

Ma la seconda parte del titolo è secondo me del tutto gratuita e fuorviante. “Servono più psicologi “ dice infatti la seconda parte del titolo e su questo mi permetto di dissentire totalmente.

Infatti se andiamo sul sito

https://www.ritagagliardi.it/psicologia-in-italia-situazione-attuale.html#:~:text=Attualmente%20l’Italia%20continua%20ad,hanno%20la%20specializzazione%20in%20Psicoterapia

vediamo che ” Attualmente l’Italia continua ad essere al primo posto, rispetto al resto d’Europa, per il numero di Psicologi. Si contano circa 100.000 psicologi (iscritti all’Ordine Nazionale) e di questi oltre 50.000 hanno la specializzazione in Psicoterapia. A Roma si trova uno psicologo ogni circa 300 abitanti…”

L’arcano si svela quando nell’articolo del Messaggero si precisa che la carenza Italiana si riferisce al numero degli PSICOLOGI PUBBLICI . “ Siamo l’ultimo paese in Europa per investimenti pubblici” continua l’articolo rinviando poi ad un esame tragico della situazione psicologica in continuo aggravamento nel paese. L’articolo si conclude con la notizia del l’incontro tra il ministro dell’istruzione Valditara e  il CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi)” per ” mettere a sistema la psicologia nella scuola”.

E così avanza la continua e incessante delega medicale al governo della scuola dove l’esperienza dei docenti, la sapienza educativa e formativa delle famiglie sono ormai da decenni marginalizzate a favore di un “buonismo” fasullo e folle che ha portato alla totale ingovernabilità delle classi ed al continuo aggravamento delle problematiche individuali sia degli alunni che dei docenti.

E proprio qui sta a mio parere l’errore fondamentale dell’approccio oggi dominante al governo sia della società che delle tensioni individuali.

Da millenni benessere individuale e benessere della collettività marciano congiuntamente. Tutta la morale antica coniuga la serenità esistenziale ad un patto con DIO che è il custode onnipotente del destino della comunità.

I preti (oggi pari a meno della metà degli psicologi) che gestivano fino a ieri l’equilibrio interiore delle masse contadine hanno sempre spiegato che nella conciliazione tra volontà divina e desideri e azioni individuali fosse il segreto della vera felicità.

La volontà divina era ed è la moralità costruita in millenni di vicende storiche.

La novità della modernità in cui siamo immersi oggi è che gradualmente si è verificato l’annullamento dell’unione tra agire individuale, desideri, fantasie del singolo e benessere collettivo (divino) cioè il mantenimento di una atmosfera sociale positiva, sana e sicura, ben governata e ben gestita in un rapporto di fiducia reciproca tra governanti e governati.

Nella messa domenicale la collaborazione fiduciosa, sacra, sincera ed anche autocritica tra popolo e dio tramite il prete è al centro della spiritualità del rito.

Nella società invece la delusione rispetto al potere supremo è orma giunta al massimo. Nessuna fiducia, nessuna reale condivisione di massa dello schema fasullo e perfino ipocrita della cultura dominante che sacralizza a parole il “dirittismo” individuale. Dirittismo che però nella pratica è accerchiato da doverismi sempre crescenti e ormai perfino dall’insicurezza sia sul piano dell’ordine pubblico che della giustizia riparatrice. Perfino la sicurezza sanitaria di base è a forte rischio. E perfino il reddito minimo di sopravvivenza.

Lo psicologo a cui si rivolge ormai una marea montante di persone dilaniate dai problemi di reddito, lavoro, famiglia e salute quale approccio ha nella cura delle persone? Generalmente cerca di aiutare la persona ad elaborare il proprio “dolore”ma ovviamente non cerca e non può modificare il disastroso rapporto individuo società.

Tende a perseguire il benessere individuale ma la mancanza di giustizia, di moralità collettiva, di buon governo di ogni situazione è la principale fonte del disagio e la causa fondamentale della carenza individuale di autogoverno, di capacità operative risolutive e di consolazione.

La scuola ingovernata e ormai ingovernabile è il più clamoroso esempio della viltà della classe dirigente mascherata da grande dedizione e devozione verso lo stato d’animo della gioventù.

La principale cura della gioventù dovrebbe essere la chiarezza sulla società in cui i giovani si inseriranno al termine della scuola, con percorsi adeguati al carattere e alle capacità del giovane reale e una reale corrispondenza tra la propria natura e la nicchia di  mondo in cui si preparano ad entrare a pieno titolo. Con l’aiuto ed il consiglio della famiglia depositaria della sapienza antica e recente e frutto di autentica esperienza.

La modernità fasulla che oggi viene proposta come dispiegamento infinito dei sogni e dei desideri individuali e totale immunità rispetto agli obblighi dovuti al benessere sociale e alla volontà divina è la principale causa del malessere crescente. 

Malessere che appare identico al quadro disastroso della società USA ormai esempio quasi del tutto negativo per il mondo intero, un mondo che ancora essa domina solo con il dollaro e la forza armata.

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Direttrice: Stefania Piazzo
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