Emergenza Cardarelli? “Sono 20 anni che pronto soccorso è così. Ma è sistema nazionale che fa acqua da tutte le parti”

11 Maggio 2022
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La drammatica condizione nella quale versano i pronto soccorso della città di Napoli, su tutti Cardarelli e Ospedale del Mare, è ancora una volta portata all’attenzione dell’opinione pubblica rappresentandola come una sorpresa. Si tratta, invece, di una realtà che viene denunciata da anni ed è trasversale a tutta l’Italia. Il Covid ha invece aggravato ancora di più la situazione, anche se sembrava impossibile”. Così una nota Unione Sindacale di Base – Sanità. “A Napoli la chiusura del Loreto Mare e del San Giovanni Bosco, ormai da più di due anni dedicati in maniera esclusiva al Covid, ha dirottato la maggior parte della popolazione sui pronto soccorso più capienti della città e questo ha costretto quasi 3 milioni di abitanti a rivolgersi, per le urgenze, a tre soli punti di accesso. Di cosa vogliamo stupirci, dunque”, prosegue USB. “Medici, infermieri e operatori sanitari sono scesi in piazza e si sono mobilitati, a più riprese, per denunciare le condizioni di lavoro e dell’assistenza nei pronto soccorso ma in risposta, invece di aiuto e soluzioni, hanno ricevuto un silenzio assordante”, rileva il sindacato. L’Ospedale del Mare, al pari del Cardarelli con i 15 medici che hanno minacciato le dimissioni in blocco, “sono però solo la punta dell’iceberg, e rappresentano il non invidiabile emblema di un sistema nazionale dell’emergenza-urgenza che faceva acqua da tutte le parti ben prima dell’emergenza sanitaria legata al Covid”, dice USB.

“La carenza di personale nei reparti di emergenza è strutturale da anni in tutta Italia e la pandemia, rendendo le condizioni di lavoro ancor più pesanti, ha solo aggravato lo stato delle cose provocando l’abbandono e le dimissioni di tantissimo personale sanitario, in primis medici e infermieri”, denuncia il sindacato. “Carichi di lavoro insostenibili e tempi di attesa disumani sono il sintomo di un sistema salute che, mancando qualsiasi filtro sul territorio, non funziona più. A questo va aggiunto, e non paia aspetto secondario perché invece rappresenta bene quale considerazione si ha del personale, che infermieri e Oss aspettano ancora l’indennità di pronto soccorso tanto propagandata dal governo ma mai erogata, e che il rinnovo del contratto porterà solo aumenti irrisori a fronte di retribuzioni fra le più basse in Europa”,

avverte Usb. Le Regioni “continuano a non assumere, trincerandosi dietro al tetto di spesa per il personale e adducendo, quale ulteriore motivazione, l’impossibilità di reperire medici e infermieri-denuncia il sindcato- queste sono scuse e giustificazioni non più tollerabili perché, in tutta Italia, troviamo decine di graduatorie di idonei ferme o utilizzate con il contagocce. Siamo certi che il personale in servizio non sia sufficiente, ma allora perché non vengono assunti i lavoratori che sono disponibili? Una soluzione a questo caos c’è: serve un piano assunzionale straordinario e immediato che permetta il miglioramento delle condizioni di lavoro, l’abbassamento dei tempi di attesa per i pazienti, la riapertura dei pronto soccorso chiusi e il potenziamento di quelli funzionanti a basso regime per la carenza di personale”, conclude l’Unione Sindacale di Base – Sanità.

SPERANZA: “DIFFICOLTÀ FIGLIE DELLA STAGIONE DI TAGLI, OGGI INVERSIONE” “Stiamo finalmente dando una risposta sistemica e strutturale a problemi che vengono da lontano, che hanno a che fare in primis con insufficienti finanziamenti del nostro Servizio sanitario nazionale. Quando sono diventato ministro c’erano 114 miliardi di euro sul fondo sanitario nazionale, dopo due anni e mezzo siamo a 124 miliardi su quel fondo, la lezione del Covid ha imposto un cambio di marcia; credo però che gli effetti di questi investimenti avranno bisogno di un tempo minimo per potersi vedere fino in fondo”. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite di Skytg24 commenta le immagini delle barelle in attesa al Pronto soccorso dell’Ospedale Cardarelli di Napoli e le proteste del personale sanitario. “Abbiamo altri 20 miliardi del PNNR e poi abbiamo investito 625 milioni per la prima volta in un PON salute- ha proseguito Speranza- sul piano delle risorse c’è un enorme passo in avanti”, così come sulle risorse umane il ministro ha ricordato l’aumento delle borse di specializzazione che “serviranno a far entrare nel servizio sanitario nazionale nuovi medici”. Sono i numeri “di una presa di consapevolezza da parte delle istituzioni che hanno cominciato a investire, ma è chiaro che un medico non arriva il minuto dopo che noi mettiamo una borsa di specializzazione”, ha precisato Speranza. Le difficoltà “che vediamo sono figlie di una stagione in cui non c’è stato questo livello di programmazione e di attenzione, il conto è ancora abbastanza salato, nei prossimi anni ci sarà una inversione quando avremo finalmente queste persone che entreranno nel servizio sanitario nazionale”, ha concluso.

(Fonte Dire)

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