Se durante queste settimane di crisi sanitaria il governo giallo-rosso guidato da Giuseppe Conte aveva continuato a illudere gli italiani sulla possibilità di poter attingere in maniera illimitata alle risorse dei partner europei (grazie all’ipotesi dei cosiddetti “coronabond”), la recente sentenza della Corte costituzionale tedesca obbliga a fare i conti con gli impegni precedentemente assunti dagli Stati europei, a partire dal trattato che ha generato la Banca centrale europea, e con la necessità di attuare vere riforme.
L’Italia è in una crisi economica profonda dalla quale non uscirà grazie a piani di aiuto comunitari e acquisti massicci dei titoli di Stato italiani da parte della Bce. La società italiana può risollevarsi solo se le varie realtà che la compongono sono responsabilizzate e, di conseguenza, se esse sono chiamate a mettere ordine nella spesa pubblica, così da poter ridurre la tassazione che oggi ostacola ogni possibilità di ripresa.
L’Alta corte tedesca ha richiamato alla realtà gli europei, in generale, e gli italiani, in particolare. Una società non può prosperare stabilmente se affida il suo presente e il suo futuro alla generosità di altri e se trasforma il proprio governo in un’organizzazione votata a chiedere elemosina e solidarietà.
Le varie realtà territoriali che oggi compongono l’Italia hanno enormi potenzialità, oggi soffocate da un ordine istituzionale che – alla fine – penalizza tutti. C’è allora bisogno di un ridisegno complessivo, quale è quello che il manifesto di Nuova Costituente ha delineato.
Ufficio stampa di Nuova Costituente