di Gigi Cabrino – “La sinistra e Conte dovrebbero prendere atto che hanno perso le elezioni. Se il loro ruolo vuole essere esercitato soltanto come diritto di veto, non ce l’hanno”. Da parte del governo c’è dunque totale apertura a proposte e correzioni, ma con un vincolo ben preciso: “Se hanno maturato il lutto, bene. Se no, se ne riparla tra 5 anni”.
Queste le affermazioni del ministro Calderoli alla vigilia dell’incontro con le opposizioni sulle riforme costituzionali.
Non pare una buona partenza, si discute , sui giornali, di presidenzialismo, semipresidenzialismo, senza che una parola ufficiale sia ancora stata pronunciata e già si dice che o si fa come dice il cdx altrimenti tra cinque anni se l’opposizione va al governo cambia quanto fatto.
No, no e no, non è una finanziaria, un atto di governo, è la riforma delle regole del gioco per tutti, inoltre i precedenti di chi ha voluto andare avanti a colpi di maggioranza affidandosi poi al referendum non sono incoraggianti. E il taglio populista dei parlamentari sta facendo già vedere i suoi limiti con numeri che saltano in aula alla prima defezione e col recupero negli enti del sottogoverno dei parlamentari non rieletti.
Si cerchi di fare una riforma che abbia consenso quasi unanime in parlamento, diversamente non si cambi la carta costituzionale a seconda degli umori di un governo che si regge su un partito del 30% della metà degli aventi diritto al voto.