di Gigi Cabrino – Per Giuseppe Busia, presidente dell’autorità anti corruzione, il testo di riforma del codice degli appalti approvato dal governo contiene luci ed ombre.
Per Busia la principale ‘luce’ del nuovo Codice degli appalti è la digitalizzazione, “che obbliga a trasparenza e partecipazione”, ma la principale ‘ombra’ è che “invece sotto i 150mila euro si dà mano libera, si dice non consultate il mercato, scegliete l’impresa che volete, il che vuol dire che si prenderà l’impresa più vicina, quella che conosco, non quella che si comporta meglio”.
“Sotto i 150mila euro va benissimo il cugino o anche chi mi ha votato e questo è un problema, soprattutto nei piccoli centri”.
Secondo Busia, inoltre, si è tutti d’accordo che “la burocrazia negativa, che frena” va eliminata. “Ma non possiamo eliminare – aggiunge – la burocrazia che fa controlli per far bene, che fa controlli per rispettare i diritti, che fa controlli perché i soldi vanno spesi bene, per garantire tutti coloro che lavorano nei cantieri e perché si usino materiali corretti. Si spendono meglio i soldi, non si violano i diritti, le opere durano di più e si rispetta la concorrenza”. “Sono tutti valori che dobbiamo preservare se il Paese vuole crescere. La crescita sana l’abbiamo così”.
SOTTO I 150MILA EURO VAN BENE GLI APPALTI AL “CUGINO”?
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