“Il salario minimo in genere c’è dove le paghe orarie sono basse. Non è il caso dei contratti nazionali firmati da Confindustria. Per il salario minimo si parla di 9 euro lordi l’ora, mentre in quelli firmati da Confindustria anche le qualifiche basse prevedono cifre superiori. In quello dei metalmeccanici il terzo livello è a 11 euro: il più alto quelli nazionali della categoria”. Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in un’intervista al Corriere della Sera. “Eiste un mondo di contratti pirata sul quale bisogna intervenire per garantire condizioni adeguate. Dipende dalla volontà politica. È la politica che deve decidere come fare il salario minimo e prendersi la relativa responsabilità”, ha sottolineato. E sul rialzo dell’inflazione Bonomi ha detto: “Mi rifaccio a quel che dice Ignazio Visco: va evitata una rincorsa fra prezzi e salari. Il governatore ha sottolineato anche che il modello di contrattazione italiano ha evitato ricadute di incrementi dell’inflazione dovuti a choc sull’energia. Detto questo, io sono disposto a sedermi a un tavolo in cui ci poniamo il problema oggi più acuto: le fasce di reddito sotto i 35 mila euro, in difficoltà per l’erosione del potere d’acquisto. Per loro serve un intervento strutturale, dov’è più necessario: abbassare le tasse sul lavoro, fra le più alte fra nell’Ocse”. Per il presidente di Confindustria “su un tema così complessivo che riguarda inflazione, salari, produttività e politiche attive si debba per una volta tornare al modello della Sala Verde. In passato venivamo convocati tutti a Palazzo Chigi, ci si chiudeva dentro per giorni e se ne usciva con un accordo. A furia di farlo divenne sterile consociativismo e quella fase si è chiusa. Ma oggi, date le misure strutturali necessarie, non si può fare un patto sociale di questa portata senza confrontarsi”.
Bonomi, salario minimo ma per i lavoratori più fragili
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