Procura di Padova, aperta inchiesta su test rapidi. Crisanti ne aveva messo in dubbio efficacia

28 Aprile 2021
Lettura 1 min

La Procura di Padova ha aperto un’inchiesta per verificare se i test rapidi per il Covid siano affidabili, ovvero se siano in grado di rispettare le prestazioni diagnostiche promesse delle aziende farmaceutiche. L’ipotesi sulla quale si sta procedendo – riferisce il Corriere del Veneto – e’ di frode in pubbliche forniture. L”apertura del fascicolo, affidato al pm Benedetto Roberti, risalirebbe ad alcune settimane fa. Sarebbero gia’ state sentite alcune persone “Informate sui fatti”. 

Proprio sulla precisione dei test antigenici (di prima e seconda generazione) nel rilevare il Coronavirus, e sulla loro comparabilita’ con i molecolari, e’ in corso da mesi una dura polemica tra il prof Andrea Crisanti, autore di uno studio che ne mette in dubbio l’efficacia, e la Regione Veneto, che ha largamente utilizzato i tamponi ‘rapidi’ Il microbiologo dell’Universita’ di Padova sarebbe tra le persone gia’ ascoltate dagli investigatori.

L’ipotesi da verificare, in sostanza, e’ se i test rapidi possano aver dato una percentuale di falsi negativi piu’ alta di quella promessa, favorendo la circolazione di soggetti, soprattutto nelle Rsa, che in realta’ potevano non essere negativi al virus. Una tesi rilanciata anche dall’ultima puntata di ‘Report’, con un fuori onda nel quale il direttore della sanita’ veneta, Luciano Flor, ammetterebbe di avere in sostanza nascosto lo studio di Crisanti, per timore di ripercussioni giudiziarie da parte dell’azienda che produce i test rapidi.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
Hosting: Stefania Piazzo

Newsletter

Iscriviti alla nostra Newsletter!

Servizio Precedente

Arresti in Francia 7 ex membri delle Brigate Rosse. Altri 3 ricercati

Prossimo Servizio

Scarsa fiducia nella ripresa: 42% piccole imprese non crede di tornare a periodo prima del Covid

Ultime notizie su Veneto

Il Veneto perderà 150mila lavoratori

 Tra il 2021 e il 2030 la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) del Veneto è destinata a scendere di oltre 150.000 unità (-4,9%). Nessun’altra regione italiana del Centro-Nord dovrebbe subire una
TornaSu

Don't Miss