Covid e animali, nel 2020 boom di adozioni

28 Febbraio 2021
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 L’amore degli italiani nei confronti degli animali è sempre più forte: quattro famiglie su 10 ne accolgono almeno uno in casa e perderlo significa affrontare un vero e proprio trauma per chi ha scelto di aprirgli le porte della propria dimora. Non a caso, l’Eurispes ha dedicato un intero capitolo del rapporto Italia 2020, a questo aspetto, mettendo in luce il legame “indissolubile” tra italiani e i quattro zampe (e non solo). Circa la metà delle famiglie (48,8%), rileva l’Istituto di ricerca, sceglie un cane come animale di compagnia, mentre il 29,6% un gatto. L’anno caratterizzato dalla pandemia, tra l’altro, ha rafforzato l’idea di avere accanto un animale domestico, tant’è che, parola dei canili di Roma e di associazioni, nel 2020 sono aumentate le adozioni. “Nell’anno del Covid c’è stata indubbiamente un’impennata delle adozioni. Probabilmente hanno aiutato anche le campagne di sensibilizzazione avviate”, dichiara all’Adnkronos Benedetto Di Clemente, responsabile del canile rifugio ‘Valle Grande’ di Roma nord. “Se negli altri anni le adozioni di cani si attestavano intorno alle 300, nel 2020 sono state circa 400. ‘Valle Grande’, convenzionata con vari Comuni del Lazio, ha registrato un turn over quasi completo: in un anno sono entrati in struttura 450 cani e ne sono usciti appunto 400. Consideriamo poi che noi teniamo meno cuccioli rispetto ad altri canili, perché nel nostro centro rifugio gli animali entrano dopo essere stati al sanitario. Accompagnate in un percorso dai nostri volontari, le famiglie si convincono che prenderne uno adulto dà soddisfazione”, spiega Di Clemente sfatando anche l’idea che si preferisca un cucciolo. “Capita che chi ne abbia adottato uno, torni per sceglierne un altro. La maggior parte dei romani, sappiamo, vivono in appartamenti, non sempre quindi si ha lo spazio per tenere più animali in casa: non è la regola ma diversi sono i casi di doppie adozioni”, aggiunge Di Clemente. Un italiano su dieci, infatti, tiene in casa due animali, il 5,6% tre e il 3,6% più di tre (dati Eurispes). 

Che vi sia stato un aumento delle adozioni, lo evidenzia anche Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente (Leidaa), a giudizio della quale, nel corso dell’anno Covid, “gli animali da compagnia hanno occupato più spazio nelle nostre vite. Abbiamo ritrovato degli amici che sapevamo di avere, ma dei quali, forse, avevamo data per scontata la presenza. Invece hanno condiviso le nostre sofferenze e ci hanno aiutato a superare i momenti più difficili. Non è un caso che la richiesta di animali d’affezione, spesso soddisfatta attraverso le adozioni, sia aumentata durante la pandemia”. “Secondo il rapporto Coop 2020, diffuso in dicembre, 3,5 milioni di italiani avrebbero preso con sé un animale da compagnia durante o dopo il primo lockdown, e altri 4,3 milioni ci stavano pensando – ricorda la presidente di Leidaa – Sulle adozioni non abbiamo cifre precise. Ma l’impressione è positiva. Per esempio le associazioni, dopo un iniziale aumento delle cessioni di animali per motivi economici, hanno registrato nel 2020 un incremento del 15-20 per cento delle adozioni. Una sensazione che noi di Leidaa condividiamo”. ”In quest’anno – aggiunge Brambilla – molte attività umane hanno subito un forte rallentamento o si sono fermate del tutto. Anche le relazioni tra le persone si sono ridotte e impoverite. L’uomo, sia fisicamente che in senso figurato, ha lasciato più spazio agli animali. Agli animali selvatici, che hanno prosperato di più: durante il lockdown ‘duro’ abbiamo visto i cervi passeggiare per le strade dei centri abitati, polipi e cavallucci marini nei canali di Venezia. Riassumendo: la pandemia di Covid è un dramma che dovrebbe indurci a riflettere, tra le altre cose, anche sul ruolo che gli animali hanno, in un ecosistema sano e nel complesso delle nostre relazioni affettive”.

Accolti come veri e propri membri della famiglia, gli italiani riconoscono agli animali sia il ruolo affettivo che la funzione sociale che compiono. “Svolgono una funzione di supporto sociale sia per i bambini che per gli anziani. Quest’ultimi, secondo esperienze condivise, non finiscono in case di ripose avendone accanto uno”, afferma Carla Rocchi, presidente dell’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali (Enpa). Una funzione sociale amplificata durante la pandemia: “ci hanno aiutato a vivere con meno stress l’incubo epidemia. Confermo che durante l’anno c’è stata una crescita delle adozioni”. Sul piano legislativo negli ultimi 30 anni, sottolinea l’Eurispes, molto si è fatto per il riconoscimento dei diritti degli amici a quattro zampe (e non) e oggi si discute sulla possibilità di offrire loro un riconoscimento anche a livello costituzionale. Di recente, 60 associazioni ambientaliste e di protezione animale (riunite nella Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, tra cui Leidaa ed Enpa) hanno inviato una lettera a Palazzo Chigi chiedendo che nella Costituzione venga inserito non solo l’ambiente ma anche la tutela degli animali come esseri senzienti.

‘C’è un’incongruenza a mio avviso intollerabile tra il ruolo che gli animali hanno nella nostra vita e il loro status giuridico: sono esseri senzienti, danno e ricevono affetto, ma per la nostra legge restano ‘oggetti’, come una penna, un quaderno, una sedia. E’ una delle ragioni, la più forte, per cui è importante introdurre in Costituzione non solo la tutela dell’ambiente e il concetto di sviluppo sostenibile, come ha detto giustamente il premier Draghi, ma anche, sul modello di alcune Costituzioni europee e nell’interesse delle future generazioni, la tutela della biodiversità e degli animali”, dice Brambilla spiegando le ragioni dell’appello al governo Draghi. Un’altra considerazione da fare “è che gli animali sono parte integrante degli ecosistemi. Tutelarli esplicitamente significa uscire dall’ambiguità che la generica espressione ‘ambiente’ talvolta alimenta”, precisa la presidente di Leidaa. Allo stesso modo anche Rocchi pone l’accento sul fatto che “in altri paesi europei questa specifica tutela degli animali già c’è. Nella nostra Carta leggiamo che la Repubblica ‘tutela il paesaggio’ ma questo è un concetto che va rinnovato perché il paesaggio è pieno di protagonisti, specie viventi, animali. Dunque una precisazione in tal senso va fatta”. 

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