Fanno tanto i fenomeni ma il 72% dei decreti per affrontare il Covid è ancora sulla carta

4 Ottobre 2020
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Openpolis torna all’attacco e ricorda che su ventidue provvedimenti d’urgenza varati dal governo per fronteggiare l’emergenza Covid, il 71,8% dei decreti attuativi è ancora da approvare.

In altre parole, molti interventi annunciati restano sulla carta e che i beneficiari di quelle misure sono ancora in attesa. Lo scopriamo grazie allo studio della Fondazione che rimarca come la mancanza di operatività incida nelle risposte immediate a cittadini e imprese, spesso destinati a tempi lunghi di attuazione quando i ministeri competenti e le relative burocrazie non riescono a smaltire il carico di lavoro. I

n molti casi, la conversione ad opera del Parlamento fa aumentare il numero di decreti per ottimizzare l’efficacia delle leggi, ma questo accade in prevalenza quando le forze di maggioranza non riescono a concordare intese blindate in Consiglio dei ministri.

Secondo i dati governativi analizzati da Openpolis, il totale dei decreti attuativi è di 252, dei quali 71 già adottati e 181 in attesa. Sono 35, invece, quelli già finiti sotto la scure della data di scadenza. A prevedere il maggior numero di norme attuative è il decreto Rilancio con 137 (43 già adottate), seguito dal decreto Agosto con 37 (una sola adottata) e dal Cura Italia con 34 (20 adottate). Va peggio ai decreti Liquidità e Semplificazioni, per i quali nessun decreto attuativo è stato ancora licenziato. 

Tra i ministeri, la parte del leone tocca all’Economia con 42 decreti, 25 dei quali sono stati adottati, e alle Infrastrutture, dove pero’ i lavori vanno a rilento: zero misure attuative su 35. Con un carico numericamente inferiore, le cose non vanno meglio all’Interno, che deve ancora emanare 11 decreti su 20, allo Sviluppo economico (16 su 19) alle Politiche agricole (15 su 19). In almeno un paio di casi, il passaggio dei decreti legge in Parlamento ha comportato una piccola riduzione delle misure attuative. Per esempio, a fronte del Rilancio, passato da 103 a 137, il Liquidita’ e’ sceso da 12 a 8 e il Cura Italia da 36 a 34. Poca cosa rispetto alla mole complessiva che, col passare del tempo, rischia di perdere il carattere di urgenza tipico dei decreti legge e di scoraggiare le aspettative di chi attende un sostegno. O lo ha atteso invano, nel caso dei 35 decreti gia’ scaduti. Tre di questi, per esempio, relativi al decreto Rilancio e di competenza dello Sviluppo economico, prevedevano: le modalita’ di erogazione del fondo destinato ai lavoratori dello spettacolo; la disciplina delle agevolazioni fiscali per gli investimenti in start-up innovative; i criteri di ripartizione del fondo per i Comuni particolarmente danneggiati dall’emergenza. Il 30 agosto e’ scaduta anche l’attuazione delle linee guida per i controlli sullo stato delle gallerie nelle tratte gestite dall’Anas: decreto Semplificazioni, competenza delle Infrastrutture.

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