“Si è perso lo spirito della sfida comune, quello che ha segnato l’emergenza di marzo e aprile. Sul fronte ospedaliero stiamo tenendo, almeno in Veneto. E’ sul piano sociale che la situazione mi preoccupa, perché è lì che si consuma la vera battaglia”.
Lo dice in un’intervista al quotidiano La Repubblica Luca Zaia. “E’ cambiato tutto rispetto alla prima ondata di primavera: il Covid non sembra più un problema della comunità, ma del singolo che viene contagiato, del paziente che finisce ricoverato. Siamo passati dal noi all’io. E così rischiamo di perdere la guerra all’epidemia”, aggiunge. “Gli assembramenti dello scorso fine settimana nelle nostre città fanno riflettere. E scoraggiano. Bisogna convincere i cittadini a rinunciare allo struscio – prosegue -. E contro gli assembramenti bisogna lavorare tutti insieme, a livello nazionale”.
Per Zaia “se tutti facessimo ricorso, in maniera direi ossessiva, alla mascherina, se curassimo l’igiene delle mani ed evitassimo uscite e scampagnate, potremmo vivere senza restrizioni”. E prosegue: “Il lockdown sarebbe una sconfitta, la conferma che non siamo stati capaci di rispettare regole basilari. Ma sarebbe una tragedia immane sotto l’aspetto economico. In Veneto abbiamo 60 mila posti di lavoro quest’anno, pur partendo dal tasso di disoccupazione più basso d’Italia, il 6,6%. Dico una cosa: la salute dei cittadini viene prima di tutto. Ma non possiamo assistere nei prossimi mesi alla gente che si butta dai balconi per la disperazione. Io non voglio passare per chi promette cose che poi non si realizzano. Dico però che lavorerò perché non si arrivi alla chiusura di tutto. Ma i cittadini ci aiutino. Dipende in buona parte da loro”.