Covid diventerà un raffreddore ma tra 10 anni. Le previsioni americane

30 Novembre 2021
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“Probabilmente il Sars-Cov-2 diventerà innocuo come un raffreddore, ma ci vorranno almeno 10 anni”. Così parla a Repubblica un luminare dell’immunologia e virologia, Paul Offit, direttore del Vaccine Education Center del Children’s Hospital di Philadelphia, coinventore di un vaccino contro il rotavirus e membro esterno della Fda.

Sulla variante Omicron “credo che gli attuali vaccini saranno sufficienti. Se guardiamo il primo ceppo, quello chiamato “Wuhan 2020″ usato per sviluppare i vaccini, non era il virus che ha lasciato la Cina attraversando Asia, Europa e Stati Uniti, e uccidendo centinaia di migliaia di persone: era la prima variante, la D614G. Fu poi sostituita dalla variante Alpha, più contagiosa, e quest’ultima è stata rimpiazzata dalla Delta, ancora più contagiosa. In tutti questi tre casi i vaccini hanno finora protetto dalle forme gravi di Covid, e ci sono tutte le ragioni per credere che continueranno a farlo”. Pfizer dice di poter abbreviare a 31 giorni la realizzazione del vaccino calibrato su questa variante, se sarà necessario».

Siamo in una situazione diversa da due anni fa? “La tecnologia mRNA è molto versatile e rende facile sviluppare nuovi vaccini. Abbiamo identificato il codice genetico della proteina Spike di questa variante, va solo avviata la produzione di massa. Sappiamo già come produrre il vaccino e come distribuirlo. Possiamo rispondere molto prima e meglio”. “Insieme a altri consulenti della Fda – ha aggiunto Offit – sono scettico sulla terza dose a tutti. Aumenta la risposta immunitaria, ma va riservata alle fasce a rischio come gli anziani o chi lavora nella sanità. Focalizzare l’attenzione sulla terza dose fa perdere di vista la cruciale necessità di vaccinare i non ancora vaccinati. Parlare di necessità della terza dose come se i vaccini avessero perso efficacia rafforza i No Vax. E poi, nei sani le terze dosi oltre a non fare la differenza potrebbero depotenziare l’efficacia di un vaccino calibrato su Omicron”. Parliamo fin troppo di anticorpi – come è giusto – e però spesso tralasciamo le cellule della memoria immunitaria, come i linfociti T. Lo scopo fondamentale dei vaccini è prevenire non l’infezione asintomatica o con lievi sintomi, ma la forma grave della malattia. La memoria immunitaria, comprese le cellule T, è più generalista degli anticorpi ed è capace di rispondere a molte possibili varianti. Ecco perché penso che, nonostante tutta l’ansia, Omicron si comporterà come le altre varianti, e i vaccini basteranno a proteggerci dalla forma grave della malattia. Si sta già vedendo in chi è stato contagiato da Omicron e, proprio perché vaccinato, sta bene”. 

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