Categorie: Opinioni

Sardegna a Pd e 5 Stelle- Todde umilia il centrodestra disunito. L’ombra del voto disgiunto tra gli alleati: serve il Var su quel 4% che ha disertato il candidato di Meloni

di Stefania Piazzo – Vincitori e vinti. Il voto regionale sardo non ha mancato di stupire, come nel 2019 quando si registro il flop degli exit pool e i tempi biblici per la proclamazione degli eletti.

Ora il cosiddetto Campo Largo di Pd e 5Stelle sorpassa quasi al Var il centrodestra disunito. Perché se la matematica politica non è una opinione qualcuno deve spiegare a Giorgia Meloni perché la sua coalizione totalizzi 333mila voti mentre il candidato presidente, sindaco di Cagliari di FdI, ne prenda invece 327mila. Si chiama voto disgiunto e si pronuncia “risentimento”. Volgarmente, “vendetta”, “rivalsa”. Il centrodestra non ha votato compatto. Gli elettori addirittura a Cagliari hanno punito il candidato meloniano sbertucciandolo con qualcosa intorno al 20% di consenso in meno rispetto alla rivale. In casa propria.

Ora si dirà che è colpa di una campagna elettorale impostata da Roma, decisa da Roma. Personalizzata, centrata sui leader di partito piuttosto che sulle persone del territorio. Sarà anche questo e sarà anche la stanchezza per una prosa barocca del governo, inamidata nelle dichiarazioni, nella prolissa prosopopea che tutto va bene. Basta vedere le dichiarazioni ai tg degli esponenti di governo per avere questa impressione di noiosa non comunicazione. Che comunque non è da meno anche da parte dell’opposizione. Tanto che in Sardegna è stata quasi pari patta. La politica stanca.

Cosa ha fatto la differenza? Ce lo ricordiamo quell’ “arrivo?” con l’ascensore che però si fermò ad un altro piano? Stavano eleggendo il capo dello Stato. Domenica hanno eletto un altro tipo di presidente. I numeri del piano non corrispondono, anche questa volta. Il centrodestra ha il 49%, il candidato Truzzu il 45%. A quale scala sono scesi quei voti che fanno il 4% di differenza?

Poi c’è il dato di fatto del tracollo della Lega, al 3,8%. Era all’11,4 nel 2019. FdI dal 4,7% è passata al 13,6%. E se la gioca quindi col Pd, alla pari, al 13,8%.

Ha votato il 52,3% degli aventi diritto. Che il successo per un pugno di voti sia il segnale di una inversione di tendenza è presto dirlo. La Sardegna non è tutta Italia, al Nord i 5Stelle e il Pd sarebbero stati altrettanto forti? Il voto divide sempre l’Italia. Ma il punto è l’affidabilità dei partiti nella coalizione. Meloni ha toccato con mano che non può fidarsi di tutto, soprattutto di qualcuno, ma già lo sapeva.

Stefania Piazzo

Articoli recenti

80° BATTAGLIA DI MONTECASSINO – CONVEGNO-TESTIMONIANZA SUL 2° CORPO DI ARMATA POLACCO

Giovedì 16 maggio all’Istituto Polacco di Roma in via Vittoria Colonna 1 nello storico Palazzo Blumenstihl, in…

18 ore fa

Piemonte – Tegola sul governatore Cirio. Corte costituzionale boccia il piano di rientro dei costi sanitari

di Gigi Cabrino - Doccia gelata per il presidente del Piemonte Cirio e per l'assessore…

19 ore fa

SUPERBONUS: PER CONFAPI TESTO MIGLIORATO MA PREOCCUPANO I CONTINUI MUTAMENTI NORMATIVI

di Gigi Cabrino - I costruttori di Aniem, associata a Confapi, apprezzano i cambiamenti alle…

19 ore fa

Maltempo, non è finita. Zaia: Non uscite di casa

 Questa mattina c'è stata un'attenuazione dei temporali, ma poi ha ripreso a piovere ei modelli…

20 ore fa

Il balletto del Superbonus

Il decreto Superbonus, su cui il governo ha posto la fiducia al Senato, è passato con…

22 ore fa

Aumai, arrestato dalla Finanza il titolare del gigante asiatico dell’abbigliamento. Accusa di frode fiscale

Il titolare di una serie di punti vendita della catena Aumai shopping residente in provincia di Brescia…

23 ore fa

Usiamo cookie per ottimizzare il nostro sito web ed i nostri servizi.

Leggi tutto