Categorie: Elezioni Regionali

IL RIBALTINO – Prove di campo largo. Regionali Sardegna, Todde, sorpasso per un pugno di voti. Il voto disgiunto fa la differenza. Fdi al 14%, Lega precipita al 3,9%, Forza Italia al 6,6%

Alessandra Todde , candidata Pd-M5S alla presidenza della Regione Sardegna, supera i 300mila voti scrutinati ma lo scrutinio Sardegna procede a rilento e il distacco ufficiale sulla rivale di centrodestra Paolo Truzzu rimane inferiore ai duemila voti. “Too close to call” è la definizione della pubblicistica statunitense per le elezioni in gioco per pochi voti, ed è esattamente questo il caso: con 1710 sezioni su 1844 totali da scrutinare, lo spoglio assegna a Todde 308.521 voti, pari al 45,3 per cento; a Truzzu 306.854, pari al 45,1 per cento. 

 Un dato che emerge e’ che il voto disgiunto premia Todde a scapito di Truzzu. Il candidato del centrodestra e’ al 45 per cento ma la somma dei voti della coalizione al 48,9 per cento. La candidata del Campo Largo e’ al 45,5 per cento, contro il 42,7 per cento della somma delle sue liste.

La Lega precipita al 3,9%, FdI sale al 14%, Forza Italia tiene al 6,6%.

Per il centrodestra  il timore è che si possa innescare un effetto a catena per i prossimi appuntamenti elettorali, a partire dalle elezioni in Abruzzo. “Negli equilibri dei partiti della maggioranza non cambierà nulla”, dice il vicepremier e segretario di Forza Italia Tajani. L’obiettivo dei leader dell’alleanza è quello di blindare il governo, di evitare ripercussioni qualora dovesse arrivare come sembra la sconfitta sull’isola. Il pranzo che si è tenuto tra la premier Meloni ei vicepremier Tajani e Salvini è servito, viene riferito, a compattare la coalizione in un clima di unità che – questo il ‘refrain’ – non deve venir meno. Ma sottotraccia tra i partiti del centrodestra c’è un clima di fibrillazione e sospetti. Sospetti ‘caduti’ sulla Lega da parte di Fdi, legati al voto disgiunto che ha finito per svantaggiare Truzzu. La partita in Sardegna potrebbe riaprire tra l’altro il ‘caso Basilicata’, con il partito di via Bellerio che da tempo ha puntato sul leghista Pepe e non sull’uscente Bardi, difeso da Forza Italia, con Tajani che può’ rivendicare allo stesso tempo il risultato ottenuto dal partito sull’isola. Il rapporto tra i partiti della coalizione si misurera’ nei prossimi giorni ma le Regionali in Sardegna potrebbe comportare nuove tensioni anche sui dossier sul tavolo, anche se si cerchera’ di tenere il governo al riparo dalle polemiche. 

Ed ecco come era andata invece nel 2019.

Redazione

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