La tempesta del disagio giovanile nella nuvola sociale artificiale digitale

24 Febbraio 2024
Lettura 2 min

di Sergio Bianchini – Nel suo editoriale del 23 febbraio sul Messaggero l’ormai notissimo Luca Ricolfi medita come al solito su alcuni dati di realtà molto spesso ignorati. In questo caso si tratta del disagio giovanile. L’aumento esponenziale del disagio giovanile è dimostrato senza ombra di dubbio dal numero dei suicidi che in pochi anni è quasi raddoppiato e continua a crescere. Ed anche dal numero di richieste di aiuto psicologico formulate da e per i giovani.

Il disagio giovanile si riferisce al periodo dai 10 ai 25 anni con una particolare intensità dai 10 ai 19 anni.

Ulteriore specifica riguarda il fatto che i più colpiti siano le ragazze.

Proseguendo nel discorso Ricolfi rivela come studi di qualità, abbiano individuato l’inizio galoppante della crescita nel decennio dal 2010 al 2020, ugualmente in tutti i paesi di lingua inglese ed il nord Europa.

I segni del disagio, compresi i suicidi, decollano contemporaneamente tra il 2010 e il 2012. Come mai?

La risposta degli studiosi è che il 2010 è l’anno di nascita dell’i -phone ed è quindi il facile e diffuso accesso ad internet e l’uso di massa delle reti social.

Nasce quindi una nuvola sovrastante le relazioni quotidiane. Una nuvola in cui ognuno realizza incontri, si espone, si confronta. Questa dimensione incide fortemente nello stato d’animo sovrastando le antiche vicende relazionali della vita quotidiana, quelle che si realizzavano nella famiglia, nella scuola, nel lavoro, nel territorio e nelle amicizie.

Ma questa nuvola sociale artificiale genera moltissime frustrazioni di cui principalmente sembrano soffrire le ragazze. E la spiegazione sembra semplice. Nella nuvola le tradizionali innumerevoli virtù hanno perso totalmente peso rispetto ad una unica caratteristica: l’avvenenza.

Nel mondo virtuale solo l’avvenenza conta, la forza seduttiva e la gara per primeggiare in quella dimensione. Le ragazze soffrono molto in questa gara continua ed alcune, che si ritengono troppo poco dotate, si sentono disperate ed impotenti.

L’unica risposta a questo disagio è la fuoriuscita dalla nuvola virtuale ed un ritorno alle relazioni reali quotidiane, cosa oggi difficile perché proprio queste relazioni sono state in buona parte abbandonate, da quelle parentali, a quelle amicali, a quelle di vicinato, residenziali, oratoriali, comunali.

Lì l’avvenenza conta non in modo esclusivo, conta la simpatia, la socialità, qualche abilità personale come suonare cantare, l’intelligenza, la calma, la dedizione a cose utili, ecc.

E dunque abbiamo un’altra prova di come la modernizzazione abbia si sviluppato alcune potenzialità materiali ma non abbia migliorato gli aspetti relazionali dell’esistenza. Aspetti a cui il mondo ricco deve dedicarsi urgentemente pena l’esaurimento psicofisico di massa.

Ma dove si posiziona il mondo ricco? A mio parere, osservando il quadro mondiale del reddito pro capite l’inizio del cambiamento qualitativo tra realtà con la prevalenza dei bisogni materiali e l’ingenerarsi invece della prevalenza  delle necessità spirituali avviene intorno ai 20.000 euro pro capite che è quello attualmente della Grecia.

Osserviamo i dati del Fondo Monetario Internazionale sul prodotto lordo pro capite. Sui 193 stati grandi e piccoli o piccolissimi(vedi San Marino) censiti dal Fondo Monetario Internazionale, la media del reddito pro capite annuale risulta di 11.183 dollari.

66 paesi superano questa media e gli altri 127 sono sotto.

Il paese più ricco in assoluto è la Svizzera con 83.000 euro circa ( tralascio sempre situazioni piccolissime) mentre agli ultimi posti con un reddito di circa 300 dollari annui abbiamo Burundi, Somalia ,Eritrea.     L’Italia si trova al 28 esimo posto con un reddito medio pro capite di circa 35.000 dollari

Quasi tutti i paesi europei si trovano sopra la media mondiale del reddito pro capite ma con redditi molto diversi. L’elenco Europeo si chiude con Ungheria(16.500 dollari) Polonia (15.500)  Croazia(15.000) Romania(12.500).

Seguono e chiudono i paesi sopra la media mondiale di 11.183 dollari Argentina(12.000) e Russia (11.500).

Mi correggo, dei paesi geograficamente Europei 5 sono sotto la media, Bulgaria, Serbia, Macedonia del nord, Bosnia Erzegovina, Albania

La Grecia, con i suoi circa 20.000 dollari pro capite annui sembra indicare la soglia sotto la quale lo stile di vita è ancora premoderno.

La modernizzazione materiale dell’occidente non basta assolutamente più, né per abbagliare il mondo povero né per gestire la vita nell’occidente stesso. Proviamo a capirlo.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
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