Como, la morte di don Roberto e la vera Chiesa. Scherzate coi fanti ma lasciate stare i santi

15 Settembre 2020
Lettura 1 min

di Stefania Piazzo – La piazzetta di San Rocco a Como è a 20 minuti da casa mia. E’ un passaggio obbligato scendendo dalla Napoleona per andare in centro città. E’ un budello che ti porta nella parte più esterna del capoluogo. Appena imbocchi la limitrofa via Milano è tutto un susseguirsi di negozi multietnici. Don Roberto Malgesini è morto lì, nei pressi della chiesa di San Rocco, accoltellato da uno straniero con problemi psichici. Chiunque, c’è da chiedersi, con problemi di equilibrio, forse non doveva essere lì. A prescindere dalla razza e dallo stato sociale.

Le reazioni della politica si sono concentrate tutte lì, sull’immigrato. Onestamente, non so quanto alla politica interessi la vita dei preti di frontiera, ai margini di tutto. Quelli che sono gli unici a metterci le mani nella disperazione e nella povertà e che i rosari li recitano sul serio senza esibirli. E’ morto un prete vero, forse di quelli che non interessano più neanche ad una certa chiesa, tutta accoglienza e solidarietà, purché la facciano quelli come don Roberto Malgesini.

La povertà oggi non è una missione per tutti, andare tra gli ultimi e farsi ultimi è un esercizio di santità che non si può emulare facilmente.

E’ morto un santo, è la Chiesa ad essere più povera, e non bastano le parole che abbiamo sentito dai superiori del don, ossia che la chiesa è orgogliosa di lui, e il fatto pur nella sua tragicità è lieto perché è accaduto nell’esercizio della fede. Orgoglio e lieto, due termini che mi risuonano da questa mattina. D’altra parte le nostre chiese sono sempre più vuote e deserte, c’è da mettersi le mani ai capelli nell’ascoltare la scontatezza di prediche vuote di spirito e di empatia con l’umanità. Povere di teologia e di passione. Lì c’è poco di che essere orgogliosi e lieti. Povera chiesa, e povera politica, l’una a esaltare le ormai rare pietre angolari scartate perché con gli scarti dell’umanità e l’altra a farci sempre su campagna elettorale. Non scherzare mai con i santi.

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