Un’altra fregatura: l’inflazione occulta
di Luigi Basso – L’associazione Consumerismo No Profit ha presentato un esposto all’Antitrust nel quale si chiede di far luce su un fenomeno che, se confermato, sarebbe davvero stupefacente.
In buona sostanza, il sospetto sul quale l’esponente chiede di far luce è costituito dal comportamento di numerose aziende che diminuirebbero il contenuto della confezione di vari prodotti, lasciandone però invariato il prezzo.
Di fatto, invece di aumentare del 10 o del 20% il prezzo del prodotto, questi produttori ottengono lo stesso risultato diminuendo la quantità di merce venduta.
Il compratore, che guarda spesso solo il tabellino del prezzo della merce esposta, ha dunque la sensazione che i prezzi siano stabili, ma in realtà acquista meno cose e non si rende conto della lievitazione del conto.
Per esempio, alcuni dentifrici sarebbero passati da 100 ml a 70 ml lasciando uguale il prezzo; alcune marche di fazzoletti di carta metterebbero meno pezzi nel pacchetto (9 invece di 10); alcuni sughi sarebbero passati da 1 litro a 800 ml; persino molti rotoli di carta igienica sarebbero più sottili.
Insomma, di fatto, con questa espediente si maschera agli occhi del consumatore l’aumento del prezzo delle materie prime che da mesi è costante.
Addirittura si parla di iperinflazione da parte di molti esperti.
L’associazione in questione ha ovviamente sede a Roma: ovviamente, in quanto al Nord sono talmente asini che manco si accorgono dei soldi sottratti col residuo fiscale, figurarsi se si accorgono della cresta sulla spesa al supermercato.