In attesa del nuovo rialzo dei tassi, mentre la benzina corre senza freni

10 Settembre 2023
Lettura 2 min

La prossima settimana l’attenzione sara’ concentrata su due eventi: la pubblicazione mercoledi’ dell’inflazione Usa di agosto e giovedi’ la riunione della Bce. Riguardo all’inflazione, si tratta dell’ultimo dato di rilievo prima della riunione Fed del 20 settembre. Le attese sono per un’accelerazione del dato generale, in scia all’aumento dei prezzi della benzina, mentre la componente ‘base’ e’ attesa proseguire nella fase di rallentamento. Riguardo alla Bce, l’esito della riunione e’ piu’ che mai incerto e lo si vede anche dalle previsioni di Bloomberg, che vedono gli economisti divisi a meta’ tra chi si attende tassi fermi e chi invece stima un rialzo dei tassi di 25 puti base (quest’ultima mossa e’ prezzata con una probabilita’ del 38% dal mercato degli swap). Secondo molti analisti, il mercato sottostima lo scenario di un ultimo rialzo considerato che l’inflazione (soprattutto quella base) rimane su livelli elevati e questo si dovrebbe in parte riflettere anche nelle nuove stime economiche che verranno rese note nella riunione. Sul fronte macro, oggi e’ uscito il dato sull’inflazione cinese che ad agosto e’ rimbalzata a +0,1% annuo dal -0,3%, consentendo alla seconda economia mondiale di emergere dalla deflazione, nonostante il rallentamento dei consumi interni che complica la ripresa economica. Dalla Cina arriveranno inoltre venerdi’ prossimo i dati relativi a produzione industriale e vendite al dettaglio, che ci offriranno un quadro piu’ chiaro sullo stato di salute dell’economia, dopo i segnali di debolezza evidenziati dai Pmi servizi e dall’export. Negli Usa saranno infine pubblicati giovedi’ i dati relativi alle vendite al dettaglio e venerdi’ quelli sulla produzione industriale. Da segnalare, infine, il forte flusso di emissioni in arrivo dagli Usa, con il Tesoro che emettera’ 99 miliardi di dollari di titoli a 3, 10 e 30 anni. “La mia impressione – commenta Vincenzo Bova, analista senior di Mps – e’ che i mercati stiano sottovalutando il fatto che le banche centrali vogliono proseguire l’anno con un ultimo rialzo dei tassi. La Fed quasi sicuramente non questo mese, mentre la Bce non e’ detto che non lo faccia la prossima settimana”. “I mercati – aggiunge – alla fine della settimana appena trascorsa stanno rimbalzando, ma temo che arrivino a ridosso dei dati sull’inflazione Usa e della riunione della Bce un po’ troppo ottimisti”.

I mercati sono nervosi. Crescono, dopo i divieti di Pechino su Apple, le tensioni tra Usa e Cina e si allungano i tempi della fine dei rialzi dei tassi, mentre si allontana la prospettiva dell’inizio di un taglio del costo del denaro. “In qualche modo i mercati – nota Bova – stanno ancora sottovalutando le banche centrali” e la loro volonta’ di continuare a ridurre l’inflazione, nonostante i segnali di indebolimento dell’economia. E questo sta avvenendo proprio a ridosso delle riunioni della banca centrale europea e della Fed. Giovedi’ prossimo la Bce si appresta a decidere sui tassi, con un consiglio decisamente spaccato tra falchi, piu’ attenti a combattere l`inflazione, e colombe, piu’ preoccupate del rallentamento della crescita. E il 20 settembre tocca alla banca centrale Usa. “La Fed quasi sicuramente non rialzera’ i tassi questo mese ma guardera’ i dati dell’inflazione e quelli sul Pil e potrebbe aumentarli a novembre – commenta Bova – mentre la Bce non e’ detto che non lo faccia la prossima settimana”.

“Al momento – aggiunge – i mercati non prezzano pienamente dei rialzi dei tassi entro la fine dell’anno da parte di Bce e Fed. Penso pero’ che i dati in arrivo potrebbero sbilanciare il mercato a iniziare a prezzare pienamente i due rialzi, con la Bce che potrebbe gia’ farlo a settembre e la Fed piu’ in la’, a novembre”.

A smuovere le acque nella settimana appena trascorsa “sono stati i dati dell’Ism servizi Usa” sottolinea Bova, ricordando che ad agosto i servizi a stelle e strisce sono cresciuti piu’ delle attese, rafforzando l’aspettativa di un atterraggio morbido e dunque spingendo la Fed su posizioni piu’ da ‘falco’. “Inoltre l’inflazione e’ dura a morire anche negli Stati Uniti e il mercato del lavoro americano resta forte”, aggiunge Bova, evidenziando che i dati sull’occupazione a stelle e strisce di agosto “sembravano deludenti ma i sussidi di disoccupazione nell’ultima settimana sono calati, scendendo ai minimi da febbraio. E questo dimostra che il mercato del lavoro americano ancora e’ solido”.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
Hosting: Stefania Piazzo

Newsletter

Iscriviti alla nostra Newsletter!

Servizio Precedente

Marocco, più di 800 morti. Epicentro terremoto vicino Marrakesh

Prossimo Servizio

CRISI DI CONSENSO – La Lega a Pontida a braccetto con Le Pen rincorre a destra Meloni. Altro che autonomia. I movimenti autonomisti sono l’antitesi del nazionalismo

Ultime notizie su Economia

TornaSu