La frode da 600 milioni di euro sui fondi del Pnrr riscontrata la scorsa settimana in Italia e’ un episodio che potrebbe ripetersi anche in altri Paesi membri dell’Ue. Lo ha detto il presidente della Corte dei conti europea Tony Murphy in un’intervista al portale europeo “Euractiv”, secondo cui la mancanza di una supervisione centrale amplifica la probabilità di un uso improprio dei fondi. “A causa dei controlli limitati, o di un livello di monitoraggio inferiore rispetto ai finanziamenti standard dell’Ue basato sul bilancio pluriennale, il rischio che si verifichino tali incidenti e’ elevato”, ha dichiarato Murphy. Il presidente della Corte dei conti ha anche sottolineato che la scadenza programmata alla fine del 2026 “contribuisce ulteriormente al rischio” di appropriazione indebita dei fondi, amplificando “la pressione sugli Stati membri affinche’ spendano questi fondi rapidamente”.
“Questo di per sé aumenta il rischio che le persone diventino opportuniste e approfittino di scorciatoie o di qualsiasi altra cosa”, ha affermato Murphy. Le notizie della scorsa settimana, riportate dall’ufficio di Venezia della Procura europea, hanno portato ad arresti in Italia, Austria, Romania e Slovacchia e seguono un esplicito avvertimento di Murphy di appena due settimane prima. Il presidente della Corte, infatti, aveva affermato che la strategia della Commissione europea di affidarsi agli Stati membri per garantire che i fondi dello Strumento di ripresa e resilienza fossero spesi correttamente stava aumentando il “rischio di irregolarità” o addirittura di corruzione”.