Categorie: CronacaCultura

C’è sempre bisogno di un capro espiatorio per “scansare” le notizie. lanuovapadania.it come altri è il gatto nero di turno da evitare

di Stefania Piazzo – In questi giorni stiamo registrando singolari episodi di “scanso” delle notizie da parte di alcuni importanti strumenti di diffusione di massa della comunicazione. Appena avremo terminato il monitoraggio dei “blocchi” che si stanno registrando in generale sulla platea dei media, ve ne daremo conto. Non parliamo di censura, ma di restrizione dei criteri per i quali accedere alle consuete autostrade della rete. Ci siamo capiti. Eppure non abbiamo fatto altro che fare il nostro lavoro, informare, fare inchieste.

Questa paradossale situazione ci fa ricordare un libro da leggere in queste settimane, è “L’ultimo gatto nero”, di Evghenios Trivizàs, autore greco che ha vissuto la troika a casa sua.

Qual è il senso dell’opera? Seguitemi.

Colpa loro. Colpa di chi? Ma di una certa stampa, perbacco.
E allora vai con sistemi più stringenti di controllo… Questo potrebbe anche essere il libro dell’Italia che non esce di casa ma anche di quella che farebbe di tutto per non farsi attraversare la strada dal gatto nero. Che è sempre colpevole di qualcosa. E il gatto nero, ovviamente, è una metafora.

Per il solo fatto di esistere, diventano capro espiatorio, i gatti, come gli altri animali, del pregiudizio o del potere di turno che vuole scaricare la propria inettitudine “scaricando” le proprie responsabilità su cani e gatti che non sanno gestire come risorsa. Tanto che è stato scritto un libro straordinario sul potere e gli animali. Proprio così. E’ “L’ultimo gatto nero”, di Evghenios Trivizàs, un greco che di cattivi governi ne ha visti passare e ne sa abbastanza. Perché ci insegna qualcosa? Perché, parafrasando Boris Pasternak, verrà il tempo in cui cantare le farfalle (e i gatti, ndr) sarà inteso come un atto rivoluzionario nei confronti di un Potere, per sua natura grigio e ottuso.

Il libro è l’allegoria di come il potere, attraverso la persuasione e l’arte della dissimulazione, ci porti a compiere atti disumani, scaricando sugli animali il rito abbreviato della storia, in un processo falsato. Infatti nell’isola al centro del racconto opera una setta malvagia e semisegreta, che ha come obiettivo l’eliminazione di tutti i gatti neri, considerati la fonte di ogni male, di tutti i guai. Vanno eliminati. Ma come?

Dietro superstizione e pregiudizio, come prevedibile, si nasconde una tresca di potere… Guglielmo La Gobba, che è appunto il capo della Confraternita dei superstiziosi, propone al governo di avere fondi contro la iella. Ma, come si sa, di soldi non ce ne sono… Anzi. L’isola è in caduta libera: disoccupati, povertà, crimini, scioperi, rivolte di piazza, la borsa che crolla, la moneta che si svaluta… Figuriamoci se ci sono soldi contro la sfortuna. A questo punto il capo dei superstiziosi presenta ai potenti lo zuccherino: non dite – spiega loro – che è colpa vostra. “Se però la gente non attribuisse i problemi del Paese alla vostra cattiva gestione? Se non criticasse il vostro governo per i fallimenti della politica economica, sociale e finanziaria? Se gli elettori si convincessero che la colpa di tutto quello che non va nel Paese non è vostra, ma di qualcun altro?”. Chiaro, no?

Ed ecco che, come in tutti i tempi bui che si rispettino, arriva il ministero della Distrazione, quello che serve a distrarre i cittadini con i “distrattori”, in questo caso la Confraternita dei Superstiziosi che allarga il proprio sodalizio alla Società della Legalità.

I dirigenti delle due organizzazioni riescono a fare breccia nel governo che teme di perdere le elezioni, e grazie al ministro dell’Ordine Pubblico, per distrarre i cittadini dai problemi irrisolti, mettono sul piatto d’argento il capro espiatorio: il gatto nero. Il meccanismo è semplice: il ministero dell’Economia vara al più presto la legge che tassa i cittadini che non denunceranno il possesso di un gatto nero.

Superstiziosi e dirigenti della Legalità vedono il loro progetto prendere piede. Inizia la caccia al gatto, grazie ad un sistema di governo fragile e corrotto, che non esita a destinare il più debole sull’altare del sacrificio pur di recuperare consenso: far entrare più soldi nelle casse dello stato, attraverso i soldi sottratti a chi ha animali, o catturandoli per estirpare la ragione dei mali dell’isola. Sorprendente fotografia dei tempi moderni.

La storia, narrata in prima persona dal gatto protagonista principale del racconto, è uno spaccato di amore e disperazione, di ricerca della solidarietà tra i gatti di altri colori non braccati, che si limitano a esprimere la solidarietà perché, tanto, la persecuzione del gatto fuori dal coro non li riguardava. Bastava salvare se stessi.

Poi, quando meno te l’aspetti, la salvezza è antispecista! Arrivano un topolino e un picchio a smascherare il sordido piano della Confraternita e della Società Legalità, l’isola è occupata dai ratti e tutto cambia prospettiva! La stampa smaschera il disegno criminale, altrimenti nessuno avrebbe potuto raccontare quella persecuzione. E l’ultimo gatto nero, il protagonista del libro, afferma: “In fondo al cuore, però, so che qui nella nostra isola, come altrove, i gatti dimenticano, gli uomini dimenticano, e non occorre molto perché la pazzia divampi di nuovo e, maledizione, ricominci tutto da capo”.

Anche noi, dunque, siamo gatti neri. Anzi, siamo tutti noi che abbiamo fame di giustizia e verità i gatti neri. E’ la condizione umana da sempre viva nella fantasia, più reale del vero, già capolavoro in Fedro, Esopo, La Fontaine o in Orwell. E’ il mondo degli animali quello in cui, alla fine, ci dobbiamo rispecchiare per ritrovare noi stessi, in allegoria o in simboli eternamente rinnovabili, perché è la lotta tra il bene e il male. Vita e morte sempre inseparabili.

Ed è la rappresentazione di come l’arma del potere e della comunicazione distorta possa agire attraverso la menzogna per eliminare il corpo estraneo dalla società, e normalizzare nella giustizia sommaria, la propria inefficienza umana.

Oggi, più di ieri, JE SUI gatti neri.  

Stefania Piazzo

Articoli recenti

Ponte Stretto, il Comune di Villa San Giovanni, il più coinvolto dal progetto, manifesta per il NO

"L'amministrazione comunale, in coerenza con tutto quanto fin qui fatto, parteciperà alla manifestazione ritenendo che…

2 ore fa

Veneto, cedono gli argini, crollano i ponti. Centri abitati sott’acqua

La situazione dovuta al maltempo in Veneto "è critica: siamo ridotti da 48 ore con piogge record,…

2 ore fa

80° BATTAGLIA DI MONTECASSINO – CONVEGNO-TESTIMONIANZA SUL 2° CORPO DI ARMATA POLACCO

Giovedì 16 maggio all’Istituto Polacco di Roma in via Vittoria Colonna 1 nello storico Palazzo Blumenstihl, in…

21 ore fa

Piemonte – Tegola sul governatore Cirio. Corte costituzionale boccia il piano di rientro dei costi sanitari

di Gigi Cabrino - Doccia gelata per il presidente del Piemonte Cirio e per l'assessore…

21 ore fa

SUPERBONUS: PER CONFAPI TESTO MIGLIORATO MA PREOCCUPANO I CONTINUI MUTAMENTI NORMATIVI

di Gigi Cabrino - I costruttori di Aniem, associata a Confapi, apprezzano i cambiamenti alle…

21 ore fa

Usiamo cookie per ottimizzare il nostro sito web ed i nostri servizi.

Leggi tutto