Antinfluenzale. Farmacie non hanno ricevuto dosi. Federfarma: Non è garantito diritto alla salute

30 Novembre 2020
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Cosa non ha funzionato? A campagna vaccinale inoltrata, le farmacie ancora non hanno ricevuto le dosi di vaccino antinfluenzale da destinare alla popolazione attiva. E’ una penuria che si riscontra nelle Regioni di tutta Italia, fatta eccezione per pochi esempi virtuosi come Lazio ed Emilia Romagna, dove le farmacie hanno potuto distribuire il vaccino alle persone che, pur non appartenendo alle categorie a rischio, desiderano sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale perche’, spostandosi per motivi di lavoro o di studio, sono piu’ esposte al contagio.

Nel resto d’Italia i vaccini in farmacia non sono arrivati, o sono arrivati in quantita’ talmente esigue da risultare insufficienti a soddisfare la domanda dei cittadini. Lo denuncia Federfarma, che segnala come alcune organizzazioni territoriali della federazione dei farmacisti, “con grande senso di responsabilita’ sociale, hanno ceduto le poche dosi ricevute per la popolazione attiva alle strutture pubbliche, che non ne avevano a sufficienza per vaccinare le persone appartenenti alle categorie a rischio”. “Ringrazio le Unioni regionali delle farmacie di Piemonte, Veneto e Umbria che hanno devoluto le proprie quote di vaccino antinfluenzale alle fasce piu’ fragili della popolazione. Un gesto di sensibilita’ civica riconosciuto e apprezzato pubblicamente dalle autorita’ locali” sottolinea il presidente di Federfarma nazionale Marco Cossolo.

“E’ evidente che nel meccanismo di approvvigionamento dei vaccini qualcosa non ha funzionato” commenta Cossolo. “In quasi tutte le Regioni mancano le dosi di vaccino destinate alla popolazione attiva, comunque inferiori al fabbisogno indicato da Federfarma gia’ nel mese di luglio. Bisogna correre ai ripari per evitare di ritrovarsi in questa incresciosa situazione anche il prossimo anno. Le soluzioni potrebbero venire dagli acquisti centralizzati a livello nazionale, in modo da superare la frammentarieta’ imposta dal Titolo V della Costituzione, e dalla distribuzione per conto effettuata attraverso la rete delle 19.000 farmacie sul territorio”.

“Superare le criticita’ legate al modello attuale di approvvigionamento e distribuzione dei vaccini e’ urgente – conclude il presidente di Federfarma – perche’ il diritto alla salute deve essere garantito in maniera equa su tutto il territorio nazionale e non puo’ dipendere dalla capacita’ della singola amministrazione regionale”. 

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