“Io credo che Bossi stia interpretando quello che vuole il 90% dell’elettorato del Nord, non solo della Lega. Quindi, mi stupirei se chi fa il governatore, Zaia, Fedriga e Fontana, non fossero sensibili. Io mi aspetto che siano molto sensibili a questa battaglia di riportare la Lega a difendere gli interessi delle Regioni più produttive”. Così a LaPresse Marco Reguzzoni, ex capogruppo alla Camera della Lega Nord, oggi imprenditore nel campo delle biotecnologie e dell’immobiliare, a proposito della corrente nella Lega ‘Comitato del Nord’ ideata da Umberto Bossi. “Se ho sentito Bossi? Io con Bossi parlo sempre, non ho mai smesso in dieci anni. Quest’analisi la condividiamo: questa volta emerge un quadro molto più complesso” rispetto al bipolarismo, “per cui non è tanto chi vota destra o sinistra, ma quanto chi produce e chi non produce e vive a rimorchio”.
“Io regista del Comitato del Nord? Io – sottolinea – non sono il regista di niente, sono fuori da quasi tutto. Ho capito è che è un’iniziativa interna alla Lega, per cui io essendo fuori, non ho più la tessera da tanti anni, nel merito non c’entro niente e non ne sono coinvolto. D’altronde, non potrei. Dal punto di vista politico, quello che Bossi vede è il fatto che c’è necessità di un ritorno delle ragioni del mondo produttivo – non intendo solo gli imprenditori ma i lavoratori – di tutti quelli che lavorano, che vedono la loro busta paga ridotta e gli imprenditori il loro business in difficoltà e il peso enorme che lo Stato sta mettendoci sulle spalle. Siccome questo è emerso dalle urne in maniera chiara per la prima volta dopo tanti anni, a questo anelito bisogna dare una risposta perché la gente lo chiede”, conclude Reguzzoni.