Categorie: Politica

Prima convention amministratori locali Grande Nord. Bernardelli e Olivieri: Ripartire dai Comuni. Liste civiche le più vicine alla gente. Destra e sinistra? Uguali

Sbaglia chi pensa che la partita del 2024 si giochi nell’urna tutta nelle elezioni europee. Il prossimo anno la tornata delle amministrative sarà imponente e la sfida sarà tra il voto e il non voto.

La confederazione di Grande Nord, fondata e presieduta da Roberto Bernardelli oggi ha fatto il punto, convocando in una convention allo Square di Milano gli amministratori locali che il movimento ha sul territorio padano. Fortemente voluta da Giuseppe Olivieri, responsabile per la Lombardia e da Monica Rizzi, responsabile organizzativo federale, la giornata è stata di ascolto delle esperienze dei consiglieri comunali e di preparazione per un presente sempre più “fluido”, in un contesto in cui il dopo Berlusconi, in particolare, e la progressiva perdita di consensi della Lega salviniana vedrà facilmente mutare gli scenari.

In mezzo ci stanno le contraddizioni della sinistra e della destra. No al Ponte, prima il Ponte, sì ai tagli di miliardi di euro alla sanità del governo Monti, no ai tagli. Destra e sinistra a fasi alterne si scambiano i ruoli. Le aspettative dei cittadini restano inevase, sei lombardi su 10 non vanno a votare. In mezzo resta la questione settentrionale irrisolta.

“La scelta dei cittadini non può che orientarsi che verso forme nuove di rappresentanza dal basso – ha spiegato in apertura dei lavori l’onorevole Roberto Bernardelli – Le liste civiche crescono proprio per questo ed è per questo che anche Grande Nord nelle precedenti amministrative ha fatto questa scelta, condividendo dove possibile con le proprie donne e i propri uomini, questa forma di partecipazione al voto. La scelta cade dove c’è la condivisione trasversale di valori: l’autonomia. I Comuni sono la chiave di volta del cambiamento, è lì che la gente ti conosce, ti vota, ti premia. E’ una rappresentanza diretta, non è solo una delega in bianco”.

Poi, un riferimento alla recente convention di Sud Chiama Nord, con Cateno De Luca, a Palermo. Il movimento ha eletto 8 consiglieri regionali, che diventano 18 con nuove recenti adesioni. Due sono i parlamentari, tra Camera e Senato, a rappresentare il movimento. “L’autonomia è il principio cardine, con queste realtà occorre confrontarsi e dialogare, perché lo stesso nome del partito, che include il Nord nel simbolo, è un fatto di straordinaria importanza. Ma siamo lieti di essere gli unici ad averlo anticipato, nel nostro simbolo, come confederazione Grande Nord, appunto. Il resto, quello che c’è in giro, sono solo partiti personali, che inneggiano a fantomatiche campagne elettorali per diventare premier!”. Poi, a chiudere il suo saluto, attuale: “Nord Libero”!

“L’indipendenza e l’autonomia delle regioni del Nord – ha ricordato Olivieri, è la ragione di essere di Grande Nord, sancita nello statuto. Più etica, meno invasività dello Stato, rispetto delle diversità di ciascun cittadino, perché non siamo tutti uguali, come riconosce anche l’articolo 3 della Costituzione. GN ha avuto il merito – spiega rivolgendosi agli amministratori locali – di preservare un idem sentire. A cascata, sono arrivati poi altri, a dire cose simili, per imitazione sociale. Ed è ancora più chiaro che dopo il voto del 25 settembre 2023, non ci sono alternative in campo”.

Il “dopo” dipende da “voi, dal cogliere questa occasione storica – spiega ancora rivolgendosi ai consiglieri comunali -. per una grande Lombardia, o Liguria, o Piemonte o Veneto o Emilia civica. Spetta a voi, a noi – prosegue Olivieri – ripartire dall’articolo 132 della Costituzione, che pone le premesse e indica i numeri perché le regioni possano chiedere di diventare macroregioni”.

“Se per le generazioni giovani è difficile comprendere ciò che è stato, ovvero il vissuto di chi ha avuto l’esperienza della marcia sul Po, le battaglie per la devolution, tocca a noi fare prepolitica e informazione per non disperdere il patrimonio di modernità di quegli eventi. E’ una immane responsabilità, che non parte dall’alto, ma dal basso, da una formazione sussidiaria, che usa i mezzi di comunicazione liberi, come lindipendenzanuova, fondata da Roberto Bernardelli e come la Nuova Padania di Stefania Piazzo, strumenti complementari per un’area che parla al Nord e vuole tenacemente rappresentarlo”.

I lavori, dopo una pausa pranzo, hanno visto l’intervento del prof. Roberto Cenci, esperto di valutazione e diritto ambientale.

Redazione

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