MINNITI: IL FENOMENO MIGRATORIO NON VA AFFRONTATO PENSANDO SOLO ALL’ ITALIA

27 Settembre 2023
Lettura 2 min

di Gigi Cabrino – L’ex ministro Minniti è intervenuto sulla questione delle migrazioni che in queste ultime settimane stanno mettendo in crisi Lampedusa e gli altri luoghi di approdo.
Giunge un’ inatteso apprezzamento da parte dell’ esponente PD per i termini in cui la presidente Meloni ha posto il problema all’ ONU.

Giorgia Meloni ha detto una cosa sacrosanta: l’Italia non può essere l’hotspot dell’Europa. L’ho sempre pensato, e per questo mi sono sempre battuto”. Minniti, che oggi presiede la Fondazione Med-Or, non considera superata la sua linea ‘realistica’ nella gestione del problema: “Ci sono due punti di contatto col presente. Il primo è tattico: sono stato ministro dal dicembre 2016, dopo la polveriera delle primavere arabe. Oggi come ieri, il numero degli arrivi è particolarmente rilevante, e il nostro Paese è attraversato da pesanti tensioni”.
Così Minniti ripreso da Agenzia Nova.
Giorgia Meloni ha detto una cosa sacrosanta: l’Italia non può essere l’hotspot dell’Europa. L’ho sempre pensato, e per questo mi sono sempre battuto”. Minniti, che oggi presiede la Fondazione Med-Or, non considera superata la sua linea ‘realistica’ nella gestione del problema: “Ci sono due punti di contatto col presente. Il primo è tattico: sono stato ministro dal dicembre 2016, dopo la polveriera delle primavere arabe. Oggi come ieri, il numero degli arrivi è particolarmente rilevante, e il nostro Paese è attraversato da pesanti tensioni”.


Dunque, servono politiche di più ampio respiro: “E’ all’Africa che dobbiamo guardare: è in Africa che andai, da ministro, per stringere accordi in Libia e con le tribù sahariane. Ho apprezzato da questo punto di vista l’intervento del premier Meloni all’assemblea dell’Onu: le sue parole sono molto meno banali di come vengono giudicate nel dibattito politico”. Un premier di destra dovrà fare da ponte tra Europa ed Africa: “Il premier sta affrontando il difficile compito di conciliare l’idea di nazione con quella della cooperazione internazionale. Sono due crisi parallele. Che la nazione sia in crisi è sotto gli occhi di tutti, ma indubbiamente anche l’idea di cooperazione sta attraversando una fase di stallo: basti pensare alla stessa assemblea delle Nazioni Unite, che è stata disertata dai grandi del mondo, da Xi a Macron”. Quindi, riporta Nova, “la cifra fondamentale dei prossimi dieci anni si chiama ‘coòpetition’. I rapporti internazionali saranno regolati da competizione e cooperazione nello stesso tempo. L’Italia deve attrezzarsi a vivere in un mondo del genere: un mondo che non regala nulla, e in cui tutto dev’essere guadagnato sul campo”.


L’ex ministro osserva inoltre che “l’Italia è il Paese più esposto, sta pagando il prezzo più alto, ed è stata lasciata sola. Siamo d’accordo. Ma detto questo, io sono convinto che proprio l’Italia possa fare da apripista per un nuovo rapporto tra Europa ed Africa. Nessun Paese europeo può ricoprire questo ruolo, se non l’Italia: possiede la forza, la storia e la cultura giusta, peraltro con un governo fondato su un solido successo elettorale. Può instaurarsi dunque una ‘egemonia’ italiana, per giunta proprio adesso che la Francia sta vivendo una rottura epocale con i Paesi africani, e Macron arriva a dire che la ‘Francafrique è finita per sempre’”. In concreto, questo il consiglio di Minniti: “Prendiamo il Piano Mattei, e facciamolo diventare un piano europeo, siglando un patto con Unione africana e Nazioni Unite: I termini dell’intesa sono questi: ogni Paese europeo offre una quota di ingressi legali, ma a due condizioni. Uno: rimpatrio immediato per chi arriva illegalmente. Due: lotta senza quartiere ai trafficanti di vite umane, che vanno equiparati ai terroristi. L’Italia ha fatto una scelta importante aumentando le quote di flussi legali: ora quell’atto di responsabilità va fatto pesare. Adesso”, ha concluso Minniti.

Gigi Cabrino nato a Casale Monferrato (AL) nel 1977, laureato in economia aziendale, in Teologia e specializzato in servizi socio sanitari, padre di quattro figli. Consigliere comunale a Villanova Monferrato per due mandati a cavallo del secolo scorso e a San Giorgio Monferrato dal 2019. Lavoro nella scuola pubblica da alcuni anni come insegnante prima e tra il personale non docente poi. Atleta di fondo e mezzofondo da sempre.

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