Il “gran padre Po” e la Padania nel 1930. Parole profetiche

27 Dicembre 2022
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di Cuore Verde – Ho già evidenziato nei miei precedenti commenti, con evidenze giornalistiche e letterarie, come una idea precisa e consapevole di Padania dovesse essere già nata almeno fin dalla metà degli anni ’60 altrimenti non si sarebbero potuti organizzare, nello stesso periodo e sullo stesso tema, convegni di alto profilo e discuterne in ambienti politici ed universitari. 

Una idea di Padania che sembra avere avuto quindi una origine, una evoluzione ed una storia “elevata” che probabilmente non può essere compiutamente documentata ma che trova parzialmente riscontro in taluni “reperti” giornalistici che io definirei eccezionali. Propongo quindi un altro formidabile esempio tratto ancora dall’Archivio storico de La Stampa consultabileon-line: l’articolo Il “Lido” di Guastalla del giornalista Mario Bassi (Forlì, 1886- Dolo,1945) pubblicato il 30 luglio 1930. L’autore, in questo lungo articolo dedicato appunto all’inaugurazione del “Lido – Po” presso Guastalla, descrivendo nella premessa il fiume Po, nelle sue caratteristiche positive e negative, quasi come un dio nello stesso tempo bonario e terribile (il “gran padre Po”), fa esplicito e inequivocabile riferimento ai padani, in senso etnico, e alla Padania come entità “reale, consistente e viva”. Ecco il testo di apertura dell’articolo Il “Lido” di Guastalla (il grassetto è mio): 

“E’ sorta, questa nuova stazione fluviale da un complesso di condizioni di circostanze, che le une all’altre s’allacciano, che l’una concorda con l’altra, o materiali e ideali; ma l’elemento prevalente è l’appassionato amore, quasi un culto idolatra, che la gente di queste maravigliose terre nutre per il suo fiume, il gran padre Po. Il fiume, qua, costituisce veramente la ragione prima, fondamentale della vita; e da esso derivano, e attorno ad esso concorrono la leggenda e la storia, ogni attività di opere e ogni ricchezza di prodotti, la linea e il colore caratteristici del paesaggio, la poesia: la sua già mitica divinizzazione, sua rappresentazione e suoi attributi di nume indigeno, tornano presenti e palesi. Esso è il benefico Irrigatore, il fecondatore dei campi, che già alimentò di sé, del suo limo; esso è la pesca e la caccia; esso è la principale via di comunicazione e di trasporto: esso, la forza che aziona ruote di mulini e turbine d’officine; esso, il chiaro specchio dei boschi che s’affollano dalle due rive, del cielo che sopra s’inarca; esso, la melodia interminabile delle fluenti acque, agli smaglianti meriggi, alle notti stellate; esso è anche la furia rapinatrice, il dio irato tremendo, quando la sua corrente gonfia e mugge e straripa. Tra la terra lombarda, di là, e la terra, di qua, emiliana, il vergiliano «re dei Fiumi» non stabilisce confine di diverse provincie; ma accomuna, in unità di tradizioni e di costumanze, in un concorde spirito e in pari tenor di vita, negli interessi e nelle aspirazioni, le popolazioni rivierasche, che non tanto si sentono emiliane o lombarde, ma intimamente, essenzialmente padane. Ché la Padania non è arbitraria definizione geografica o motivo letterario di maniera, e nemmeno una geniale invenzione del mio amico Giannetto Bongiovanni, strapadano dalla punta dell’unghie alla punta de i capelli; ma entità geografica ed etnica e storica e folcloristica ed economica reale, consistente e viva; e il suo cuore, forse, è proprio qua: dove Guastalla ha inaugurato il suo Lido-Po.

Mario Bassi cita l’amico Giannetto Bongiovanni (Dosolo,1890 – Brescello,1964) “strapadano dalla punta dell’unghie alla punta dei capelli”, autore dei “Racconti di Padania” pubblicati nello stesso periodo (Il ceppo, 1923 – Consigli a Madlén, 1925 – La Compagnia del Trivelin, 1931). In questo senso, appare chiaro come le considerazioni di Mario Bassi non costituiscano un punto di vista isolato ma si riferiscano ad una idea di una Padania, intesa quale “entità geografica ed etnica e storica e folcloristica”, elaborata in alcuni circoli letterari e culturali padani, ancorché ristretti ed elitari, almeno fin dalla metà degli anni ’20 del novecento.  

Immagine dalla pagina fb di Lido Guastalla

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