“L’agricoltura e la pesca europea stanno soffrendo, servono più concretezza e meno populismo. Bisogna produrre di più, e meglio. Per questo bisogna far sì che le risorse comunitarie arrivino a terra, è proprio il caso di dirlo”. Lo ha detto Maria Chiara Gadda, vice-presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, intervenendo alla Convention del Partito democratico Europeo, alla stazione Leopolda a Firenze.
“Gli effetti dei cambiamenti climatici, la disaggregazione produttiva, il difficile accesso al credito e la crisi di liquidità, minano la sussistenza delle imprese e persino il ricambio generazionale. Bisogna sostenere la distribuzione del valore all’interno della filiera e la giusta remunerazione, attraverso una politica agricola comune che trovi negli agricoltori degli alleati e non dei nemici nella custodia del territorio.” ha concluso.
“Nella transizione energetica e sostenibile a noi democratici e riformisti spetta il ruolo di baricentro del buonsenso rispetto a chi nega gli effetti del cambiamento climatico o a chi fa del populismo ambientalista”.
“Abbiamo la necessità che la transizione avvenga davvero, a partire dalle imprese che fanno più fatica ad investire in sostenibilità – continua – Non si devono mettere in discussione gli obiettivi, ma le modalità e gli strumenti con cui raggiungerli. Mettere in contrapposizione riuso e riciclo, per esempio, senza considerare lo stato dell’arte degli investimenti e le caratteristiche dei sistemi produttivi dei singoli Paesi, semplicemente non ha senso. Non è detto che il riuso abbia una impronta ambientale migliore del riciclo”.
“Per sostenere davvero la transizione delle imprese verso modelli più sostenibili, è altrettanto necessario applicare criteri di proporzionalità nelle misure e nella burocrazia. Non ci sono le stesse ricadute per una grande multinazionale e una pmi, piuttosto che per un’area metropolitana e le zone interne e periferiche. Solo in questo modo sapremo cogliere le opportunità e investire in produttività”, conclude.