Boccia: nessuna Regione chiede fine stato emergenza. Ma i cittadini cosa ne pensano?

29 Luglio 2020
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di Benedetta Baiocchi – Si fa presto a dire che è necessario. Ci sono le evidenze scientifiche: i contagi. “Il Covid-19 continua a circolare in Italia e in Europa – spiega il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia -. Affermare che la proroga dello stato di emergenza fa apparire l’Italia come un Paese malato è irragionevole. Anzi, è esattamente il contrario. Tutto il mondo sa che oggi l’Italia è uno dei paesi più sicuri del pianeta grazie alle sue regole”.

Non farebbe una piega se non fosse che in pieno Covid quelle regole così efficaci nella loro declinazione regionale non sono state le più sicure al mondo. Ma andiamo oltre. “Nessuna Regione italiana – rimarca il ministro – ha mai chiesto di interrompere lo stato di emergenza che è nelle cose e negli stessi atti amministrativi quotidiani. Abbiamo il dovere di essere seri, rigorosi e affidabili nel proteggere salute e vita e nel rilanciare sempre con strumenti emergenziali economia e lavoro. Non sprechiamo i sacrifici degli italiani semplicemente perche’ non vogliamo guardare in faccia la realtà”.

In effetti su una cosa non sbaglia Boccia. Avete sentito il governatore Fontana contestare lo stato d’emergenza? O il governatore Zaia? Nessuno ha parlato. Poi però c’è chi quello stato d’emergenza lo ha allentato, come è accaduto in Veneto. Per poi rialzare le soglie dei controlli con una nuova ordinanza rigorosa per chi rientrava dall’estero, per chi doveva essere sottoposto a quarantena. Poi viva la movida ma anche abbasso la movida. Via le mascherine ma anche no. Insomma, nel dettaglio non tutto appare così lineare e coerente.

E poi ci sono regioni che sono pulite ma devono comunque sottostare ad un regime di emergenza per quelle che pulite non sono. Insomma, o così o così. Non vedremo più gli squadroni armati fermare chi nuota solitario o multare chi beve un caffè di nascosto fuori dal bar. Ma di certo ci resterà impressa nella memoria l’immagine di un Paese confuso, dove si riceve una diffida se vuoi fare un test, dove ti invitano a non usare la mascherina perché spaventi i pazienti, e dove si è iniziato a capirci qualcosa solo forzando le linee guida.

I cittadini che cosa ne pensano? Perché non basta che si sappia solo cosa ne pensa la politica. Se le mascherine non le usa, tanto, non succede nulla. E le famiglie che ne pensano della scuola dei banchi a rotelle? Del pasto unico, del distanziamento tra bambini? Della confusa didattica a distanza?

Affermava l’altro giorno il prof. Galli ad Avvenire che sono da controllare gli arrivi dai Paesi Schengen. E’ da lì che tornano i contagi. Ma chi lo spiega a chi pensa di avere sempre ragione?

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