Residuo fiscale del Nord: 110 miliardi. Debito dello Stato: 400 miliardi. Cara Lega, perché non ti siedi al tavolo per trattare l’autonomia?

17 Febbraio 2022
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di Stefania Piazzo – Unimpresa ha fornito un dettagliato quadro del debito pubblico da rinnovare. Si tratta di 400 miliardi di euro. La faccio semplice, anzi, semplicista…. Se è vero che il Nord, tra Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, con una stima approssimativa ha al suo attivo almeno 110 miliardi di euro di residuo fiscale, che è la differenza tra quanto versa e quanto invece non riceve, ebbene, se è noto questo dato, perché chi dice di avere a cuore l’autonomia non tratta con Roma e punta i piedi per l’autonomia?

Il Pil della macroregione padana compete con altre aree macroregionali europee, dà filo da torcere a Baviera Baden Wurttemberg, ma il tema è tabù. Non viene sfiorato dai capitani coraggiosi.

Unimpresa ricorda che “Vale quasi 400 miliardi di euro il debito pubblico da rinnovare entro la fine della legislatura in corso. Da oggi fino ad aprile 2023 scadono, infatti, 233,5 miliardi di btp, arrivano a fine corsa 106,9 miliardi di bot, 27,1 miliardi di cct e 29,2 miliardi di ctz: nell’arco dei prossimi 14 mesi, quindi, scadono titoli pubblici per 396,9 miliardi. In totale, i titoli di Stato in circolazione valgono 2.215,2 miliardi, dei quali 1.927,7 miliardi sono btp, 106,9 miliardi bot, 151,3 miliardi cct e 29,2 miliardi ctz. Questi i dati principali di un’analisi del Centro studi di Unimpresa secondo cui nel 2022 il debito ancora da rinnovare è di 332,8 miliardi, nel 2023 di 256,2 miliardi, nel 2024 di 238,6 miliardi e nel 2025 di 201,2 miliardi. «Nonostante la presenza, alla guida del governo, di Mario Draghi, che evidentemente da solo non basta ad assicurare tutti gli interlocutori del Paese, lo spread è salito a quota 168,5 punti: la fiducia degli investitori internazionali e italiani sul nostro debito sembra ridimensionarsi progressivamente. La traiettoria del differenziale di rendimento tra Italia e Germania è segnata e la fine della legislatura inevitabilmente farà allargare la forbice. Frattanto, ci accingiamo a ricevere dall’Unione europea i 191 miliardi del Recovery Fund, dei quali solo 69 miliardi sono sussidi a fondo perduto mentre gli altri 122 miliardi sono prestiti da restituire ovvero nuovo debito, che cresce» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora. 

Non fa una piega.

Il Nord potrebbe fare il primo passo e proprio per solidarietà verso il Paese potrebbe dire: quei 110 miliardi che ci dovete non li vogliamo più indietro. A patto di concederci autonomia, responsabilità di spesa, federalismo fiscale.

E’ fantascienza o piuttosto non ci sono partiti in grado di interpretare la questione settentrionale, impegnati a fare perenne campagna elettorale?

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
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