di Stefania Piazzo – E’ il segno di una società bifronte. Povera, da un lato, non raggiunta dallo Stato, dalle istituzioni, in una città cara impestata, dove vivere anzi sopravvivere è un atto eroico di resistenza. Dall’altro, è il volto di una città che è solidale e che grazie alla onlus Pane Quotidiano, allevia il dolore e la sofferenza muta di 10mila milanesi che a Natale erano in fila per ricevere il dono di un pacco alimentare.
Questo è un pezzo di Nord che sfugge dalle statistiche della povertà, dell’indigenza, della difficoltà, dell’esclusione, che non ha il reddito di cittadinanza perché i requisiti non sono sufficienti per averlo, vivendo in un paese che non tiene in considerazione le differenze territoriali di capacità di potere d’acquisto. E’ la fotografia di una città, e di un territorio, che si vergogna a chiedere, ad allungare la mano, che vuole restare nel pudore dell’anonimato. L’esatto opposto dei delinquenti che accedono al reddito di cittadinanza senza averne i requisiti e che se ne fottono di chi sta male. Scoperti per caso, solo perché le forze di polizia ci guardano dentro.
E’ il Nord. Sottopagato, o pagato in nero. E’ “fate figli” ma poi non sai come mantenerli. Sono le rette per gli asili inaccessibili, i costi spropositati per vivere in un territorio che si preoccupa solo di dividere le città in aree di smog. E’ il Nord dei Comuni che tirano avanti a fatica, con bilanci chiusi sul filo del centesimo.
Dove le tasse non restano qui. Per dare servizi.
Sono i paria, i servi della gleba, i senza diritti, mentre noi leggiamo di cricche europee dedite ad altro, mentre la politica in generale è lontana sempre più anni luce dall’aver “timor di Dio”. La sola preoccupazione è quanti follower e contatti hai sui social pubblicando ogni boiata che fai. Cosa mangi a colazione, il cane che fa la cosa ridicola…. Purché tutto faccia seguaci, faccia ridere, purché l’IO emerga. E gli altri? Gli altri in fila per due senza riporto. Dove li collochiamo? In area A, B, C, o diamo la colpa all’euro e diciamo che è colpa dell’Europa o di Roma ladrona? Perché, ovviamente, la colpa è sempre fuori.
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