“E’ giallo sugli aiuti umanitari dell’Unione europea a sostegno dei palestinesi”. Lo scrive Agenzia Nova affermando che “dopo una fase d’incertezza emersa nel corso del briefing di lunedì mattina, durante il quale i tre portavoce della Commissione avevano affermato che sarebbe servito il Consiglio Esteri informale convocato martedì per prendere una decisione sugli aiuti, il commissario Ue all’Allargamento e al Vicinato Oliver Varhelyi ha rotto gli indugi”.
Se dapprima la Commissione, si legge, “sta mettendo sotto esame l’intero portafoglio di sviluppo, per un valore totale di 691 milioni di euro”, affermando che “tutti i pagamenti sono immediatamente sospesi; tutti i progetti sono stati messi sotto esame”, a stretto giro di posta arriva anche il parere opposto del commissario europeo per la Gestione delle crisi, Janez Lenarcic: “Pur condannando fermamente l’attacco terroristico di Hamas, – riporta l’Agenzia – è indispensabile proteggere i civili e rispettare il diritto internazionale umanitario. Gli aiuti umanitari dell’Ue ai palestinesi bisognosi continueranno fino a quando sarà necessario”.
“Tramite l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione (Unrwa), infatti, nel corso degli anni sono fluiti milioni di dollari a sostegno dei palestinesi rifugiati nei campi presenti in Giordania, Libano, Siria, Striscia di Gaza e Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. Ora alcuni Paesi, in primis la Germania e l’Austria, stanno riconsiderando la possibilità di continuare a fornire questi aiuti: sia chiaro l’Unrwa non finanzia direttamente Hamas, il suo braccio armato – le brigate Al Qassam – o la Jihad islamica, ma è chiaro al contempo che, dopo un’offensiva militare della portata di quella condotta in questi giorni dalla Striscia di Gaza, ci si interroga sulla possibilità che parte di questi fondi, sfuggendo al controllo dell’Agenzia dell’Onu, finiscano nelle mani delle frange più radicali palestinesi”. La domanda è non solo lecita ma doverosa.
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