“Sarebbe l’ora che il super commissario per la peste suina nominato dal governo Meloni, raccogliesse tutte le esperienze utili in materia e agisse con un piano incisivo di eradicazione e contenimento. Anche le Regioni facciano di più”. Lo dice Maria Chiara Gadda, deputata di Italia Viva e vicepresidente della Commissione Agricoltura alla Camera.
“Su come la peste suina africana sia arrivata possiamo sbizzarrirci all’infinito e già troppe parole inutili sono state spese. Su come, invece, eradicarla è urgente che il commissario straordinario Caputo e i tre sub commissari appena nominati intervengano con risorse e un piano che abbia un senso pratico. Sicuramente l’ultimo ritrovamento di un cinghiale infetto alle Porte di Langhirano rischia di mettere in ginocchio l’intero comparto suinicolo italiano e una eccellenza del made in Italy come il prosciutto di Parma. Al contempo, si agisca anche dal punto di vista normativo nazionale e comunitario per mettere in sicurezza le esportazioni, purtroppo il criterio di regionalizzazione non sempre è bastato. Aziende, veterinari ed esperti propongono di separare il modello di gestione di psa nei selvatici – con i cinghiali ormai fuori controllo – da quello negli allevamenti. Il danno di immagine c’è comunque a livello internazionale. Ma almeno si preservino le aziende zootecniche suine indenni da psa, e dotate di adeguate misure di biosicurezza, ritenendole “isole psa free” e consentendo loro di lavorare ed esportare. Una proposta che spero il ministro Lollobrigida tenga in considerazione, altrimenti ci troveremo a parlare delle eccellenze del made in Italy come un ricordo, e non avremo più nulla da mettere nel piatto”, conclude.
Emergenza peste suina, Gadda: “Mettere in sicurezza export aziende senza animali infetti”. Scongiurare crisi prosciutto di Parma
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