Su Trump terapia sperimentale con anticorpi

3 Ottobre 2020
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Un farmaco in via di sperimentazione, basato su un cocktail di due anticorpimonoclonali, è stato somministrato al Presidente Donald Trump in risposta a una “richiesta per uso compassionevole” da parte dei medici del Presidente, come conferma l’azienda che lo studia, la Regeneron in un comunicato. Il farmaco, il Regn-Cov2, è stato somministrato in un’unica dose da otto grammi.

Una strada tra le piu’ incoraggianti nella lotta al Covid, ha sempre sostenuto il virologo Guido Silvestri, che vive e lavora ad Atlanta: “Se hanno scelto il cocktail Regeneron – ha commentato – vuol dire che, almeno secondo i risultati iniziali, questo e’ piu’ potente di quello della Lilly, che e’ comunque piu’ potente del singolo anticorpo LY-CoV-555 che, da solo, riduce del 72% il rischio di ospedalizzazione se somministrato all’esordio dei sintomi. In altre parole, e come da me previsto da mesi, tutto fa presagire che questi anticorpi faranno una grande differenza positiva nel gestire la pandemia”. D’accordo anche Roberto Burioni, al centro nei mesi scorsi di polemiche per le accuse di presunto conflitto d’interesse proprio legato alla sua insistenza sulla utilita’ di questi prodotti, a scapito del plasma dei convalescenti: “Il Presidente Trump (al quale auguro pronta guarigione) ha sempre glorificato il plasma iperimmune come cura miracolosa contro COVID-19, con annunci trionfali alla convention repubblicana. Pero’ ora che si e’ ammalato non si fa curare con il plasma iperimmune, ma con un cocktail di anticorpi monoclonali. Facile fare i populisti con il virus degli altri”, ha attaccato l’esperto. Sicuramente, tra tutti i farmaci somministrati a Trump, il cocktail di anticorpi e’ la novita’ piu’ significativa, commenta anche il farmacologo Silvio Garattini: “Tutte le sperimentazioni comportano dei pericoli, e’ insito. Trump poi ha anche dei fattori di rischio legati ai problemi di salute e all’eta’. Non sappiamo quanto sia grave ma di sicuro non e’ un asintomatico. Di certo i medici hanno giudicato che vale la pena correre il rischio di un farmaco non ancora testato rispetto agli attesi benefici”. (AGI)Pgi 031635 OCT 20 NNNN

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