RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI, UE RICHIAMA L’ITALIA SUI TAGLI ALLA SANITÀ

9 Aprile 2023
Lettura 1 min

di Gigi Cabrino -Si è discusso della resistenza agli antibiotici, particolarmente forte in Italia, nei mesi scorsi. Arriva uno studio dell’UE che mette in relazione tale resistenza alla scarsa attenzione ai pazienti da parte dei servizi sanitari in seguito a tagli.
Sanità italiana, tanto per cambiare, nel mirino, come spiega eunews.
Troppa sanità privata e troppo poca sanità pubblica fa male alle salute. Carenza di personale, prevenzione, informazione e strutture adeguate determinano la prescrizione ‘facile’ di antibiotici, con l’uso errato che ne deriva e il conseguente problema della resistenza a questo tipo di medicinali. Il centro studi del Parlamento europeo in uno studio di fresca pubblicazione a sostegno dei lavori degli eurodeputati, inchioda i governi nazionali alle loro scelte. “La resistenza antimicrobica colpisce le regioni dell’Ue in modo molto diverso”. In questo quadro variegato “il carico complessivo delle infezioni da resistenza antimicrobica è più elevato nell’Europa meridionale e orientale, in particolare in Grecia, Italia e Romania, ed è fortemente correlato alla riduzione della spesa pubblica per un’assistenza sanitaria pubblica di buona qualità”.
L’Europa accende dunque i riflettori sul sistema sanitario nazionale, e offre un’indicazione chiara al governo Meloni. Perché oltre alle ricadute in termini umani, stimate in circa 35mila morti all’anno nell’Ue, ci sono quelle economica. Qui l’impatto della resistenza antimicrobica (antibiotici, antivirali, antimicotici e antiprotozoici) di traduce in un aumento della spesa sanitaria e un onere economico superiore a 1,1 miliardi di euro all’anno.
Qualcosa che un Paese come l’Italia, con il secondo debito pubblico più alto dell’Unione europea non può permettersi”.
L’Italia e i Paesi come l’Italia hanno dunque bisogno di un cambio di rotta. Niente tagli alla sanità pubblica, quanto, semmai, maggiore spesa. “La mancanza di diagnostica e di infrastrutture spesso costringe a prescrizioni preventive di antimicrobici, aumentando l’uso e l’abuso di antimicrobici”, si sottolinea nello studio. Che cita dati e suggerimenti dell’Ocse. “Investire solo 1,5 euro pro capite all’anno in un pacchetto di politiche per contrastare la resistenza antimicrobica è efficace e consente di risparmiare sui costi, evitando 27mila decessi e risparmiando 1,4 miliardi di euro”.
La politica dunque è avvisata. Rilanciare le politiche per la sanità, che non vuol dire ‘privati’. Perché se da una parte si ribadisce una volta di più che “il sottoinvestimento in un’assistenza sanitaria di buona qualità è uno dei principali motori della resistenza antimicrobica”, dall’altra parte si chiarisce che “affrontare i determinanti socioeconomici della salute – come ridurre la povertà generale e la disuguaglianza economica, garantire standard di vita, istruzione e salute di base – è fondamentale per ridurre il carico di infezione e la diffusione della resistenza antimicrobica”.

Gigi Cabrino nato a Casale Monferrato (AL) nel 1977, laureato in economia aziendale, in Teologia e specializzato in servizi socio sanitari, padre di quattro figli. Consigliere comunale a Villanova Monferrato per due mandati a cavallo del secolo scorso e a San Giorgio Monferrato dal 2019. Lavoro nella scuola pubblica da alcuni anni come insegnante prima e tra il personale non docente poi. Atleta di fondo e mezzofondo da sempre.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
Hosting: Stefania Piazzo

Newsletter

Iscriviti alla nostra Newsletter!

Servizio Precedente

Le scadenze del Pnrr che non ci fanno risorgere. Nasce un Osservatorio per monitorare

Prossimo Servizio

Via Rasella, le polemiche, le verità e le domande aperte per gli storici

Ultime notizie su Cronaca

Il tacchino del primo maggio

di Stefania Piazzo – La festa dei lavoratori e dei loro diritti è un cardine della democrazia. Il rispetto della vita sul lavoro è imprescindibile. Dai diversi leader sindacali e politici sentiremo

Alle elezioni europee torna in pista il partito-taxi

di Roberto Gremmo – Non è una novità, perché venne inventato negli anni sessanta dal padrone dell’Eni Enrico Mattei che a chi gli rimproverava rapporti disinvolti, lui democristiano, coi neofascisti, dichiarava senza
TornaSu