L’ex direttore Ubi Banca Seriate: “Mai viste in tutta carriera operazioni così, aldilà degli importi”

13 Settembre 2020
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“Sono operazioni prive di valide ragioni economiche che, aldila’ degli importi, non mi e’ capitato di vedere in tutta la mia carriera. E ho lavorato in banca quasi trent’anni”. Lo racconta l’Ansa dagli atti dell’inchiesta sui fondi lega. Così Marco Ghilardi, ex direttore della filiale Ubi di Seriate (Bergamo) testimoniando davanti ai pm di Milano, ha descritto alcune “movimentazioni” sui conti della Taaac, una delle tante societa’ riconducibili ad Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, due dei commercialisti vicini alla Lega arrestati per il caso Lombardia Film Commission.

Il teste nel verbale del 22 luglio ha parlato anche dei “giri di soldi tramite ‘Piu’ voci'”, l’associazione di cui era legale rappresentante il tesoriere della Lega Giulio Centemero, e del fatto che “Di Rubba mi aveva chiesto di aprire il conto di Radio Padania e delle associazioni regionali della Lega“. (“Col senno di poi devo riconoscere – ha spiegato ai pm Ghilardi – che Di Rubba, pur di realizzare i suoi scopi, mi ha mentito. Mi ha sempre parlato di un’associazione (‘Piu’ voci’, ndr) senza scopo di lucro, a fini culturali, del tutto scollegata dal mondo politico. In realta’, su questo conto sono transitati anche bonifici di importo significativo, per la prassi bancaria inconferenti con la natura associativa”.

Il teste ha anche raccontato che quando comunico’ a Di Rubba “l’impossibilita’ a poter procedere” con l’apertura dei conti per le articolazioni territoriali della Lega, il professionista “per tutta risposta mi scrive: ‘mi avevi detto che si poteva, allora chiudo tutto, inculet’. Praticamente mi ha mandato a quel paese”.

E ancora: “Non mi hanno detto a chi si sarebbero rivolti per aprire questi conti delle nuove entita’ regionali del partito”. Il bancario ha parlato anche dei “movimenti registrati sui conti” di altre due societa’ dei contabili del Carroccio, la Sdc e lo Studio Cld, e “ricordo numerosi accrediti da Lega Nord sempre con la medesima causale ‘saldo fattura’”.

Anche “il conto personale” di Manzoni “beneficiava” di questi accrediti con la stessa causale. I due gli dicevano che erano per “attivita’ di consulenza” ma “mi sembrava strano poiche’ nello stesso periodo capitava che fatturassero al partito con piu’ ragioni sociali”.

Altre “rogne”, ha aggiunto il teste, “a mio avviso riguardano l’espansione finanziaria della societa’ ‘Non solo auto’ riconducibile sempre a Di Rubba (…) negli ultimi anni il principale cliente della societa’ e’ sempre il partito Lega“.

”Un prestanome, solo un prestanome”. Intanto, mentre escono indiscrezioni su contabili della LEGA infiltrati ai piani alti della politica nella richiesta di custodia formulata dai pm Eugenio Fusco e Stefano Civardi, Giuseppe Alessandro Pennisi, l’avvocato di Luca Sostegni, liquidatore della Paloschi srl e presunto prestanome nell’inchiesta relativa alla vendita per 800 mila euro alla partecipata regionale Lombardia Film Commission di un capannone a Cormano nel milanese, torna a chiedere di non coinvolgere il nome del suo assistito ”

E’ evidente -dice all’Adnkronos- che Sostegni abbia agito da mero esecutore alle direttive dei professionisti. Ho sentito che si parla di contabili infiltrati ai piani alti della politica, ma non so nulla. Posso però dire che trovo assurdo scrivere e dire che Sostegni ”ha dichiarato al procuratore aggiunto Fusco o a qualsiasi altra persona che gli 800mila euro della vendita del capannone di Cormano siano serviti per la campagna elettorale della LEGA del 2018. Non so come sia uscita questa cosa, continua a girare ed è arrivato il momento in questa vicenda di mettere ordine e di dire le cose come stanno. In settimana andrò a parlare con Fusco”.

”Deve essere chiaro -dice all’Adnkronos- che Sostegni era solo un prestanome e il suo ruolo si ferma lì. Dagli atti a disposizione emerge chiaramente che la fase di progettazione sono di quei tre commercialisti, le fase di esecuzione è dei tre commercialisti più il prestanome e la fase relativa alle movimentazioni di denaro può portare a fiduciarie in Svizzera, ma se iniziamo a parlare di fiduciarie e scatole finanziarie Sostegni non c’entra”. L’avvocato spiega che ”è proprio del ruolo del prestanome non sapere nulla di quello che accade, ci mette solo la faccia, ma non gli viene spiegato nulla”.

Il timore del legale ”è che con l’autalimentarsi di voci e indiscrezioni non corroborate da fatti, non vorrei che si arrivasse a prendere misure nei confronti del mio assistito per evitare il pericolo di fuga”. Secondo il legale ”non si può infierire sull’unica persona che non c’entra niente”. E sulla rogatoria in Svizzera e sulla fiduciaria sulla quale i magistrati indagano perchè potrebbe essere destinataria di parte dei soldi della vendita, quasi 300mila euro, l’avvocato spiega che ”la rogatoria ‘è cosa nota da giorni ed effettivamente la rogatoria è per questa fiduciaria, ma la cosa è molto più complessa di quello che si dice”. 

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