di Benedetta Baiocchi – Come vengono gestiti i soldi nell’emergenza Covid? L’ultimo dossier della Fondazione Openpolis apre uno squarcio sull’aspetto meno “evidente” del covid. L’approvvigionamento dei dispositivi di sicurezza. Ecco cosa riporta la presentazione del report.
“Mascherine, camici, apparecchiature mediche: in questi mesi, per l’emergenza sono stati messi a bando quasi 10 miliardi di euro, la maggior parte con procedure negoziali e affidamenti diretti. Una tendenza che rispecchia la necessità di tempi rapidi, ma da monitorare con attenzione”.
Precisazione più che mai dovuta e il caso camici in Lombardia è il segno evidente della necessità di chiarezza. Ma Openpolis aggiunge:
“Dopo aver chiesto trasparenza, oggi lanciamo una piattaforma per permettere a tutti di conoscere come vengono gestiti i soldi nell’emergenza. Con informazioni aggiornate ogni settimana e scaricabili liberamente in formato aperto”.
E ci fanno sapere sono ben 9,65 miliardi di euro gli importi a base d’asta dei bandi Covid finora censiti. Tutti a buon fine? Tutti tracciati? Nell’era del governo delle task force e dei commissari straordinari parrebbe proprio di no.
“Nella necessità obiettiva di tempi rapidi, le risorse dell’emergenza vengono gestite attraverso contabilità speciali e procedure straordinarie. Quindi diventa fondamentale avere a disposizione gli strumenti per monitorarne l’utilizzo”, premette Openpolis.
Ed ecco la verità: “Invece per ora di oltre la metà dei lotti non abbiamo informazioni dopo la pubblicazione: sappiamo che sono scaduti, ma non se siano stati aggiudicati, né eventualmente con quali importi”.
Insomma, la nebbia anche qui cala copiosa.
“Fin dall’inizio della crisi, come openpolis abbiamo richiesto la pubblicazione di tutti i dati sui bandi Covid – scrive la fondazione -. Nonostante alcuni primi propositi incoraggianti, finora sui siti del governo e della gestione commissariale è stato pubblicato ben poco. Per rompere l’inerzia, il mese scorso abbiamo fatto richiesta di accesso civico generalizzato, di cui per adesso restiamo in attesa di risposta”.
E noi con loro.
