Pfas nell’acqua potabile. La battaglia di Michela insieme ad altre mamme per la salute dei cittadini

13 Ottobre 2020
Lettura 4 min

di Riccardo Rocchesso – Oggi abbiamo intervistato Michela Piccoli, una delle mamme che sta lavorando per raggiungere un grande obiettivo per la salute dei veneti, dell’Italia e dell’Europa intera: eliminare il Pfas in tutte le acque. L’abbiamo intervistata mentre era a Roma per protestare insieme alle Mamme No Pfas. Il ministero le ha invitate a partecipare ai tavoli di definizione di una legge che dovrebbe, finalmente, portare una nuova regolamentazione fissando dei limiti per le sostanze Pfas nelle acque di scarico .

Quando avete iniziato questa battaglia?
Io nel 2017 ho avuto le analisi Pfas su mia figlia. Era presente in maniera molto consistente, mi hanno chiamato delle altre mamme e abbiamo cercato di scoprire che cosa fossero queste sostanze. 
Non le avevamo mai sentite nominare in nessuno riferimento chimico.
Io sono un’infermiera, mi sono assolutamente allarmata e da lì è iniziata la nostra avventura, che ha cambiato le nostre vite.

Tua figlia beveva acqua di rubinetto?
Si, tutti noi. Nel 2015 l’acqua del sindaco veniva pubblicizzata come la più sicura. Noi abitiamo a Lonigo, un tempo chiamata: “la terra delle acque” oggi si definisce come uno dei 30 comuni della zona rossa del
Veneto. La regione ha fissato limiti zero per l’acqua potabile, virtualmente zero in realtà. Da un punto di vista tecnico le strumentazioni attuali non riescono a rilevarli sotto i 5 nanogrammi/litro. Nel 2013 è stato
posto il primo filtro a carboni attivi che non era sufficiente, ma grazie all’impegno di tutti i movimenti no Pfas, nel 2017 sono state installate ben 10 batterie di filtri negli acquedotti ed i costi di filtraggio li paghiamo in bolletta

L’avete più utilizzata?
Non la beviamo, e abbiamo una certa attenzione nell’utilizzarla in cucina.

Cosa state facendo per sistemare questa pericolosa situazione?L’obbiettivo sono le tre nuove fonti di approvigionamento idrico per l’acqua potabile, alcune tratte sono in fase di completamento… I filtri non sono la soluzione perché molto costosi, 1 milione di euro all’anno e non garantiscono al 100% la pulizia totale delle acque. Un danno economico immenso ed un danno morale inaccettabile. Rimane il problema dell’irriguo che va alle coltivazioni dei nostri prodotti alimentari. Gli allevatori si sono dotati di filtri per abbeverare gli animali ed è tutto economicamente a loro carico. Oltre al danno la beffa. Rimane aperto il problema del sito Miteni che nonostante sia fallita, l’inquinamento sotto agli impianti continua a riversarsi in falda incessantemente. Come mamme , cerchiamo di trovare soluzioni assieme alla regione affinchè si risolvi il prima possibile la messa in sicurezza del sito inquinato.

Come giudichi l’operato della regione Veneto in ambito Pfas?
Le cose si sapevano già dal 2013 e a mio parere si è mossa lentamente
Però è anche vero che è l’unica regione che ha fatto qualcosa, avviando un piano di sorveglianza che prende in carico le persone da un punto di vista sanitario. Questo NON è però uno studio epidemiologico atto a trovare il “nesso di causa ed effetto”, come era stato previsto dal DGR 661 del 2016 e mai avviato. Un vero peccato! Per finire non dimentichiamo la battaglia legale dove vede coinvolte in 100 famiglie che si sono costituite come parte civile nel processo . Chiediamo giustizia e vogliamo che il nostro esempio servi da monito alle aziende che inquinano. Il risarcimento danni sarà certamente una soddisfazione , ma i soldi non ci ripagheranno mai del danno sanitario e morale che abbiamo subito.

Cos’avete fatto a Roma in questi giorni?
L’obbiettivo nostro era di portare le nostre osservazioni nei riguardi di questa proposta di legge in quanto è ancora una bozza.
Non è ancora stato deciso niente. Ed è questo il motivo per cui siamo andate a Roma: mettere a verbale le nostre istanze. VOGLIAMO LIMITI 0 PER LE ACQUE DI SCARICO PER TUTTA FAMIGLIA DELLE SOSTANZE PFAS.
LIMITI 0 PER TUTTA ITALIA come ci era stato più volte promesso dal ministro Costa. Non ci è stata fornita alcuna documentazione medico-scientifica che spieghi il motivo dei valori limite da loro proposti ed il motivo è chiaro, NON esiste un limite sicuro per i pfas.

Quali sono le principali caratteristiche di queste sostanze?
Hanno tutte le stesse caratteristiche. Persistenti, interferenti endocrini, tossiche, bio-accumulabili. Il legame fluoro – carbonio non esiste in natura, è indistruttibile .Crea problemi al metabolismo innalzando il colesterolo e le patologie ad esso correlate. Agiscono sul sistema endocrino alterando la funzionalità di tutte le ghiandole del ‘organismo: apparato riproduttivo(infertilità), tiroide, reni, fegato , pancreas, i bambini vengono contaminati fin dal grembo materno e con il nostro latte abbiamo peggiorato la situazione. Le mamme soffrono di preclampsia, diabete gestazionale ed i bambini nascono prematuri e sottopeso. Sono cancerogene e lavorano creando malattie a breve e lungo termine, praticamente sono una BOMBA AD OROLOGERIA.

Ma i principali responsabili dell’inquinamento nell’acqua chi sono stati?
 Dello sversamento è stata accusata la Miteni (attualmente sotto processo, ndr) di Trissino nel vicentino per il 97%. La seconda falda più grande d’ Europa ed è da abbandonare il prima possibile. Che tristezza mista a rabbia e senso di
impotenza. Si sta parlando di una zona di 300.000 persone inquinate, destinate a diventare 800.000 perché l’acqua in falda viaggia ad 1km e 300 mt l’anno.

Chi vuole farsi le analisi cosa deve fare?
Non si può. Le persone vengono chiamate e accedono solo le persone previste dal piano di sorveglianza sanitario.
Se qualcuno volesse fare delle analisi non le può richiedere. Insieme ai comuni della zona arancione stiamo lavorando anche per questo. Non è possibile che neanche a pagamento si possano fare, comuni come Arzignano, Creazzo, Montecchio Maggiore, Sovizzo e molti altri
non possono fare gli esami neppure le donne in gravidanza che sarebbero le fasce a cui prestare maggior attenzione.

Ma sono visibili queste sostanze nell’acqua?
No. E’ l’inquinante perfetto. E’ inodore, incolore, e non ha sapore. Non lo vedi e non lo senti.

Cosa dovrebbe fare una persona per essere sicura di bere acqua senza inquinanti?
Per essere tranquilli. L’acqua dovrebbe essere in bottiglia di vetro, solo da certe fonti certificate. Oppure attrezzarsi con depuratori ad osmosi inverse.  Ma quelli tolgono anche i minerali.


Ci sono correlazioni e concentrazioni di malattie nelle zone Pfas?
Sì , il 21% in più di cardiopatie, 25%in più di diabete, 14%in più di Alzaimer, aumento del colesterolo, disturbi alla tiroide, preclampsia tumore al rene e al testicolo, rettolite ulcerosa malattie cromosomiche e del sistema nervoso centrale. Infertilità poliabortività, prematurità sui nascituri.

So che siete riuscite a farvi ascoltare dallo Stato. Quale sarà il prossimo step di questa battaglia?
Sì, e con grande soddisfazione, siamo state convocate per il prossimo 29 ottobre dal Capo Segreteria Tecnica del Ministro Dott. Tullio Berlenghi, al tavolo tecnico avente ad oggetto “misure urgenti per la riduzione dell’inquinamento da sostanze poli e perfluoro – alchiliche da scarichi di acque reflue (PFAS)”, presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare a Roma. La riunione avrà come finalità quella di confrontare le posizione di tutti gli stakeholder coinvolti nella tematica. Spero che partecipi anche la Confindustria , noi mamme vogliano uno sviluppo economico che sia il fiore all’occhiello per l’Italia e non un vergognoso ricatto tra salute e lavoro.

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Direttrice: Stefania Piazzo
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